Età evolutiva: conoscere i problemi esternalizzanti

Nei problemi esternalizzanti il disagio del bambino si manifesta all’esterno, causando disturbo nell’ambiente. Ma quali sono i più frequenti?

problemi esternalizzanti in età evolutiva

Nel precedente articolo ci siamo soffermati sui problemi internalizzanti in età evolutiva. Ora, proviamo a delineare le caratteristiche più importanti di quelli che vengono definiti problemi esternalizzanti. E solitamente si fa riferimento a problemi di comportamento che sono visibili nell’ambiente esterno. Per questo motivo sono spesso riconosciuti più facilmente, anche se non sempre si può parlare di disturbo.

Secondo Gresham (1985), un disturbo del comportamento si ha quando “le caratteristiche comportamentali sono atipiche in quanto la loro frequenza, intensità o durata si discosta dalla norma (…) possono manifestarsi attraverso uno o più repertori (cognitivo, verbale, fisico, motorio) ed essere presenti in una varietà di situazioni.”

Quante volte un adulto può trovarsi in difficoltà davanti a un bambino che mostra un comportamento dirompente?

È importante sottolineare dunque la differenza tra problema esternalizzante e temperamento.

Il temperamento è determinato da fattori genetici, ma nel corso della crescita, può essere plasmato da fattori ambientali (contesto famiglia, scuola, amici). Quindi, se da una parte il contesto influenza il comportamento del bambino, è anche il bambino che a sua volta influisce sulla la risposta dei genitori ai suoi comportamenti.

Quali sono le categorie diagnostiche più frequenti in età evolutiva?

Nel DSM-5 (2013), le principali problematiche esternalizzate in età evolutiva sono:

  • ADHD (disturbo da deficit d’attenzione e iperattività);
  • disturbo oppositivo-provocatorio;
  • disturbo della condotta.

Tali categorie hanno in comune il fatto che il bambino può mostrarsi aggressivo con lo scopo di ottenere ciò che vuole; o pretendere che i propri bisogni siano più importanti di quelli degli altri; o essere oppositivo e trasgredire le regole.

Cos’è possibile fare in questi casi?

Le strategie comportamentali che sono risultate più efficaci sono:

– quelle basate sull’uso di rinforzatori e token economy;

parent training o consulenza genitoriale;

-costo della risposta, ovvero la combinazione di rinforzatori positivi e penalità.

“I bambini imparano più da come ti comporti che da cosa gli insegni” (W. E. B. Du Bois)