FILOFOBIA: la paura di amare

di Ferrara Rossana

Le fobie invadono le nostre vite come il vento in autunno ed ognuno di noi, nel corso della sua esistenza, si ritrova a viverne almeno una. Ma il discorso in merito alla filofobia è qualcosa di diverso, qualcosa che si conosce non molto… Filofobia è un termine che deriva dal greco, composto da “φιλος” che vuol dire “amore” oltre che da “φοβία”, cioè “paura”. Una fobia è una paura marcata e sproporzionata nei confronti di un elemento specifico e, nel caso della filofobia, questa paura persistente, anomala ed ingiustificata è riferita all’innamorarsi o, più in generale, all’attaccamento emotivo. Non è soltanto paura di amare, ma anche paura di essere amati. La filofobia rientra nella
categoria delle fobie specifiche che, secondo il DSM V (APA, 2013), sono caratterizzate dai seguenti criteri diagnostici:

  1. Paura e/o ansia marcate verso oggetti o situazioni specifici;
  2. La situazione e l’oggetto fobici causano quasi sempre un senso di paura e/o ansia;
  3. Gli oggetti o situazioni fobici sono evitati oppure sopportati con grandi difficoltà;
  4. La paura e l’ansia provate sono sproporzionate rispetto al reale pericolo determinato
    dall’oggetto e situazione specifici;
  5. Per la diagnosi è necessario che i sintomi siano presenti per almeno sei mesi;
  6. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o caldo del funzionamento personale,
    sociale e lavorativo.

    Per la diagnosi di fobia specifica, è indispensabile che la condizione non sia giustificata da altri disturbi mentali, come psicotici, disturbo ossessivo-compulsivo o altri disturbi d’ansia.
    Come si presenta nella quotidianità?
    Innanzitutto, l’amore può fare paura? Capiamo bene di cosa si tratta…
    Già l’amore, di per sé, è complicato ed è difficile che due persone che si sono trovate, nel momento in cui si dichiarano, intendano entrambe la stessa cosa per “amore”. È complesso parlarne, esprimersi in merito, viverlo e condividerlo con qualcun altro. L’amore è complicato e, in qualità di tale, può far paura ed essere difficilmente gestibile. È un sentimento piacevole ma pieno di contraddizioni… “Odi et amo”, proprio come diceva Catullo, “Ti odio e ti amo”. Nel momento in cui una persona che ha paura di amare si rende conto di cominciare a sentire qualcosa nei confronti del compagno/a che sta frequentando o, quantomeno, comprende di iniziare a provare qualcosa per l’altro, di stare per affezionarsi, inevitabilmente prende le distanze rompendo ogni forma di contatto e lasciando chi è dalla parte opposta senza parola alcuna. Di colpo niente messaggi, chiamate ed incontri, niente di niente fino a cadere nel dimenticatoio dell’oblio. Coloro che possono essere definiti come filofobici sono la quasi totalità delle persone prive di capacità di sviluppare una qualche forma di attaccamento affettivo e che diventano ipersensibili alle proprie reazioni nel mondo delle emozioni. Anche se questa paura può apparire priva di giustificazione e irrazionale, è opportuno ricordare che una reazione emotiva ha sempre un motivo alla base che le permette di esistere. Pur se il pensiero sottostante può apparire come un qualcosa che gli altri non capirebbero ha sempre una logica tutta propria. Dato che l’amore è un sentimento astratto, lo si può evitare in modi diversi a differenza di quando si ha paura di qualcosa di concreto. Immaginiamo di essere claustrofobici…una cosa è certa: l’ascensore non fa per noi e la scelta di prendere le scale sembra essere ormai una garanzia. Nel caso dell’amore questa cosa non si può fare e si cerca una soluzione come interrompere una relazione in cui ci si scopre innamorati, scegliere relazioni non impegnative e durature per evitare di inciampare nell’innamoramento, altri decidono di mandare avanti relazioni che non li soddisfano a pieno per non ritrovarsi ad un momento di confronto con la persona amata, mentre altre persone ancora optano per un’ulteriore scelta, ossia quella di evitare una relazione dedicandosi completamente ad altro.

Da dove nasce questa paura?


Come qualcuno potrebbe intuitivamente pensare, si tratta di una paura che ha origine nella storia
personale, riferita ad uno degli incubi peggiori come quello del terrore di poter essere un giorno
abbandonati e spaventati, oltre che feriti amaramente, dalle persone che invece avrebbero dovuto
amarci e proteggerci. Tutto questo ha come conseguenza la manifestazione di comportamenti
contrastanti ed ambivalenti: nonostante la paura, contemporaneamente,si attiva la ricerca di vicinanza
di una figura di riferimento che possa, in qualche modo, proteggerli.
Come si riconosce e cosa fare?
Riconoscere questa paura non è facile in quanto può mascherarsi dietro mille “giustificazioni” quali
ad esempio malessere, disinteresse per le relazioni serie, difficoltà pratiche e logistiche, stanchezza,
periodi difficili, ecc. Riconoscere di avere un problema può essere il primo passo per cominciarne la
risoluzione. Chiedere aiuto è il primo step per iniziare ad affrontare la paura d’amore poiché attraverso
la psicoterapia si sperimenta una relazione alla cui base c’è la fiducia e la possibilità di affidarsi;
capire l’origine delle ferite e imparare a risanarle può permetterci di riscoprire quanto può essere
positivo per vivere meglio aprirsi alle relazioni affettive, concedendosi il lusso di rischiare di essere
felici, visto che l’amore ci rende vulnerabili. La filofobia ha una cura e vincere la paura è totalmente
possibile potendo così vivere serenamente le relazioni.

Bibliografia

American Psychiatric Association (2013), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi Mentali,
Quinta edizione (DSM-5), trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2014
Nardone Giorgio, Psicotrappole ovvero le sofferenze che ci costruiamo da soli: imparare a
riconoscerle e a combatterle, Ponte delle Grazie, 2018.
Tavormina, R.Why are we afraid to love. Psychiatria Danubina, 26(1), 178-183. Veneruso, D.
(2019). Philophobia e philoterapia: Paura di amare. FrancoAngeli, 2014