Finestre psicologiche e povertà educativa
Siamo tutti prigionieri, ma alcuni si trovano in celle con finestre, altri senza.
(Khalil Gibran)
L’ educazione è la sfida del nuovo millennio. Una sfida che mette a dura prova gli studenti che vivono in condizioni di “povertà educativa”.
Che cosa è la povertà educativa?
È la condizione di tipo sociale, economico, culturale e psicologica, che impedisce al soggetto di apprendere e,quindi, di sviluppare le proprie potenzialità.
Come si definisce la povertà educativa?
La povertà educativa, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, si analizza attraverso quattro dimensioni: la partecipazione, la resilienza, la capacità di intessere relazioni e lo standard di vita.
Le quattro dimensioni
- La partecipazione: include le deprivazioni informatiche che impediscono alla persona di acquisire le competenze digitali.
- La resilienza: implica la capacità di contrastare la sorte avversa, attraverso una buona gestione delle risorse interne.
- Lo standard di vita: comprende il livello di alterazione dell’ambiente circostante (vivere in periferia oppure in zone dove non ci sono strutture per praticare sport).
- La capacità di intessere relazioni fa riferimento alla comunicazione e agli atteggiamenti prosociali che svolgono il ruolo di “acceleratori” dell’esistenza umana.
Quali sono le finestre della povertà educativa?
Le quattro dimensioni della povertà educativa rappresentano le finestre chiuse. Ed è proprio la chiusura di queste finestre che provoca nell’individuo veri e propri blocchi psicologici. L’individuo potrebbe sentirsi in una trappola, non avendo la forza di aprire le finestre, che non fanno entrar luce. E, invece,noi sappiamo che lo scopo dell’esistenza umana è di accendere una luce nell’oscurità del mero essere (Carl Gustav Jung).
Il problema non è risolvibile con una bacchetta magica, ma con linee strategiche tecnico-pratiche.
E come dice Marco Rossi Doria, diventa necessario sperimentare un pensiero nuovo, mettendo al centro i minori. In realtà occorre rafforzare le alleanze tra scuola, famiglie e istituzioni. L’obiettivo è fare in modo che la povertà educativa non limiti l’esistenza morale e culturale dell’individuo.