GLI INFLUENCER E IL LORO RUOLO OGGI

Gli influencer sono un fenomeno abbastanza recente, che però in qualche modo ha raggiunto la sua maturità. 

Si possono distinguere due approcci. In un primo caso, possono essere coinvolti in test di prodotto o in eventi a titolo gratuito.

In un secondo caso, invece, sono interpretati come veri e propri media di cui acquistare uno spazio o con cui instaurare una collaborazione remunerata.

Questo approccio non si limita alla richiesta di foto/video brandizzati, ma si spinge alla co-creazione di prodotti in cui c’è una forma di collaborazione fra il brand e l’influencer (ad esempio le capsule collection o limited edition). 

Tale collaborazione è tanto più efficace quanto più è genuina: è importante che ci sia coerenza tra i valori del brand e quelli dell’influencer.

Se la collaborazione è di natura commerciale, l’influencer deve dichiararlo per legge anche con dicitura diversa (adv, ad, partnership, gifted by…). Esistono, però, alcuni che non dichiarano esplicitamente la natura commerciale (ad esempio perché rischiano di perdere credibilità, soprattutto quando si fanno tantissime collaborazioni).

Nel mondo dell’influencer, c’è una precisa classificazione:
  1. Nano influencer: tutti siamo influencer di qualcuno
  2. Tra i 1000 e i 10.000 follower si inizia a parlare di micro-influencer: sono definiti anche influencer verticali e hanno una grande influenza sulla loro nicchia di riferimento.
  3. Sulle centinaia di migliaia di follower si parla di professional influencer: raggiungono molte persone, hanno una competenze/conoscenza su un tema specifico e sono anche conosciuti al di fuori della loro nicchia
  4. sopra il milione di follower si parla di vip-guru: hanno un’altissima reach, ma meno persone interagiscono attivamente con loro
Questi ultimi diventano delle vere e proprie celebrities/testimonial con cui è difficile stabilire un rapporto paritario. Cominciano a diventare delle figure molto aspirazionali e lontane dalla quotidianità. 

Per questo motivo, le aziende si affidano spesso ai micro, cioè persone che hanno un numero di follower più ristretto (circoscritto a diverse decine di migliaia), ma che hanno un rapporto con la community molto più stretto e alla pari.

Essi consentono di raggiungere target molto più mirati e specifici, a differenza di quelli macro che attirano un pubblico più eterogeneo. 

Se un’azienda identifica bene il target, può essere più interessante avviare collaborazione con 4 diversi micro-influencer rispetto a un unico grande. 

In conclusione, per un’azienda è fondamentale conoscere questo fenomeno, soprattutto nella scelta di avviare determinati tipi di collaborazioni. Non conta solamente guardare la quantità di follower, ma anche l’engagement e il rapporto che l’influencer riesce a creare con la sua community.

BIBLIOGRAFIA:

Fennis, B. M., & Stroebe, W. (2015). The Psychology of Advertising. New York: Routledge