I capricci dei bambini a cosa servono?
Perchè i bambini hanno necessità di fare i capricci? cosa vogliono comunicare? come si gestisce un capriccio? attraverso questo articolo risponderò a queste domande.
Perché nasce un capriccio?
I capricci non sono atteggiamenti immotivati, né tanto meno futili. Alla loro base, spesso è possibile individuare un bisogno implicito, che chiede a gran voce di essere visto, riconosciuto e convalidato. Con questi comportamenti il bambino sta cercando di comunicare, seppur in maniera inefficace, qualcosa che non è ancora in grado di dire a parole. Per un bambino piccolo è normale esperire degli stati di de-regolazione di fronte a forti emozioni. Non c’è provocazione, né sfida, né un intento consapevole di far star male l’altro. C’è un’emozione bloccata, un problema e il bisogno di un adulto capace di ascoltare e offrire il suo aiuto.
Come si gestiscono i capricci?
La precondizione sul come affrontare i capricci dei bambini in maniera consapevole e rispettosa è mantenere la calma. Il primo step dovrà essere quello di ricreare uno stato di connessione. Abbassiamoci al livello del bambino e cerchiamo il suo sguardo. Se non lo rifiuta, offriamogli anche un contenimento fisico, altrimenti limitiamoci a una presenza non invasiva. Solo quando il bambino sarà passato dall’iniziale stato reattivo a uno stato ricettivo, sarà possibile parlargli. Descriviamo allora l’accaduto nella maniera più oggettiva possibile, verbalizzando quello che ci sembra essere il suo vissuto e aiutandolo a dare un nome alle sue emozioni.
ESISTONO REGOLE CHIARE IN FAMIGLIA?
Molto importante è anche capire come è organizzata la vita della famiglia e quali regole ci sono.
I bambini spesso cercano di mettere alla prova l’adulto, di vedere fino a che punto l’adulto resiste al loro volere, cercando di imporre la loro volontà. È un momento di crescita molto normale di affermazione di sé, quindi è fisiologico da un punto di vista psicologico.
I capricci si possono ridurre se si danno spazi di autonomia al bambino, spazi di autoaffermazione. Un bambino che ha dei momenti in cui può affermare se stesso, fare delle cose autonomamente, ha meno bisogno di opporsi.
La coerenza è determinante sia per i bambini che per i genitori, perché mette al riparo tutti da reazioni emotive incontrollate.
Pensiamo al genitore che in un momento accetta una cosa, e in un altro momento, perché magari è stanco, non la accetta. In questo modo mette in difficoltà il bambino che non capisce più cosa può fare e cosa non può fare.
Quando poi ci si trova di fronte la situazione concreta, quello che è importante dare come messaggio è che l’adulto non senta di rinunciare alla regola solo perché il bambino fa una sceneggiata, perché se passa questo messaggio, il bambino che cosa impara? Impara che di fronte a un suo desiderio, di fronte a un’opposizione dell’adulto, l’unica cosa da fare è fare una sceneggiata.
È necessario avere una certa fermezza e chiarezza rispetto alle regole. Con calma, quando il bambino riuscirà a esprimersi senza urla, bisogna invitarlo a dire cosa gli dà così fastidio e, insieme, si troveranno insieme delle soluzioni.
Il messaggio da dare è che di fronte a un problema, a un’opposizione ci sono delle strade, e queste strade si trovano quando si parla.