I MECCANISMI DI DISIMPEGNO MORALE

Oggi esploriamo quali sono i meccanismi di disimpegno morale, che portano le persone a mettere in atto comportamenti che violano i loro standard etici interni.

Secondo Bandura, questi meccanismi cognitivi portano le persone a discostarsi dai loro standard morali senza sperimentare disprezzo nei propri confronti.

Facciamo ora un passo indietro…

La maggior parte dei criteri che una persona usa per valutare il proprio comportamento è costituito da standard etici e morali. Questi si sviluppano attraverso esperienze personali dirette e vicarie, soprattutto attraverso l’apprendimento per osservazione. Una volta interiorizzati, i principi morali definiscono il confine tra una condotta eticamente accettabile e una non accettabile.

Secondo Bandura, le persone in relazione alle questioni etiche e morali agiscono, esercitando la loro capacità di autoregolazione.

ALLORA COME MAI CAPITA CHE LE PERSONE VIOLINO I LORO STANDARD ETICI, ANDANDO INCONTRO AL DISIMPEGNO MORALE?

Bandura cerca di spiegare questo fenomeno, individuando una serie di meccanismi di disimpegno morale.

1. GIUSTIFICAZIONE MORALE

Il comportamento immorale viene trasformato e reso personalmente accettabile in quanto serve per raggiungere obiettivi validi. Ad esempio: “Ho rubato perché devo dare da mangiare ai miei figli“.

2. ETICHETTAMENTO EUFEMISTICO

Le persone usano dei termini lessicali eufemistici per definire le proprie azioni, così da renderle da un punto di vista linguistico moralmente accettabili. Ad esempio: i boia non uccidono i condannati a morte, ma “eseguono la sentenza del giudice“.

3. CONFRONTO VANTAGGIOSO

La gravità di un’azione è relativa e dipende dall’azione con la quale si mette a confronto. Ad esempio: “Non è grave insultare un compagno dato che picchiarlo è peggio“.

4. SPOSTAMENTO DI RESPONSABILITA’

La persona che mette in atto un’azione immorale se ne lava le mani, scaricando la responsabilità su altri (solitamente su una persona che a suo dire le ha ordinato di agire in quel modo). Ad esempio: “Mi sono comportato così perché me l’ha detto lui“.

5. DIFFUSIONE DI RESPONSABILITA’

Esso è un meccanismo che permette di distribuire la responsabilità di un’azione immorale fra tutti i membri di un gruppo alleggerendo il peso di una responsabilità personale. Ad esempio “La colpa non è solo mia ma anche degli altri!“.

6. DISTORSIONE DELLE CONSEGUENZE

Le persone distorcono e/o ignorano le conseguenze delle loro azioni immorali per farle sembrare meno gravi.

7. DEUMANIZZAZIONE

Questo meccanismo porta le persone a non riconoscere delle qualità di essere umano a coloro che subiscono le azioni immorali. In questo modo le vittime non hanno più sentimenti, preoccupazioni e risultano insensibili a qualsiasi maltrattamento.

8. ATTRIBUZIONE DI COLPA

Il comportamento riprovevole è presentato come una conseguenza necessaria rispetto a quanto detto o fatto dalla vittima. Ad esempio: spesso gli stupratori sostengono che la violenza sessuale sia dovuta al look della vittima.

Eventi di cronaca recente in cui si assiste ad espressioni sempre maggiori di violenza fisica e verbale dimostrano come la teoria elaborata da Bandura sia ancora molto attuale.
BIBLIOGRAFIA

Carver, C.S., Scheier, M.F., Giampietro, M., & Iannello, P. (2019). Psicologia della personalità: prospettive teoriche, strumenti e contesti applicativi. Milano-Torino: Pearson Italia