Il Cervello di una Persona Bugiarda funziona in modo diverso

di Loredana Luise

Siamo tutti dei potenziali disonesti e la semplicità con la quale la menzogna accompagna l’operato di alcune persone, anche molto in vista come ad esempio i politici, ne normalizza l’uso come strumento per raggiungere finalità diverse più o meno personali. In Psicologia si distingue tra menzogne esplicite, esagerazioni, minimizzazioni e bugie sottili. L’uso della bugia è esperienza comune a tutti, si finge a volte a fin di bene, si finge per lavoro in modo funzionale al raggiungimento degli obiettivi, e si può fingere per noia o stanchezza per evitare delle incombenze. Le occasioni nella vita per fingere sono molte e i bambini lo sanno bene quanto la finzione possa fungere da sperimentazione e ricerca, ma il limite tra mentire al mondo e iniziare a mentire a sé stessi è molto sottile e valicare questo confine corrisponde ad iniziare a mentire in modo malato e disfunzionale. Come diceva Mark Twain “l’uomo è l’unico animale che arrossisce” ma non per questo l’unico a mentire. La differenza tra l’uomo e gli altri animali che mentono come le scimmie, è che l’uomo ha una sorta di coscienza che lo fa dubitare nell’attuare la menzogna e lo controlla nella reiterazione della medesima. Quindi noi tutti abbiamo una specie di controllo o come si dice un “Super io” che vigila sulla nostra onestà, anche se non per tutti è così; per qualcuno mentire diventa un’abitudine di vita che lo accompagna e segna ogni passaggio e relazione. Tra gli studi di Neuroscienze che più mi hanno appassionata nell’ultimo periodo c’è quello condotto da Yaling Yang e Adrian Raine , pubblicato dal British Journal of Psychiatry, nel quale sono state individuate alcune caratteristiche cerebrali tipiche delle persone che, attraverso alcuni parametri, erano state identificate come bugiarde patologiche. Per comprendere queste diversità dobbiamo innanzitutto considerare questo principio: Quello di cui hanno bisogno fondamentalmente i bugiardi seriali è una gran MEMORIA e in secondo luogo di una buona dose di FREDDEZZA.
UNA SUPER MEMORIA
Come evidenziato dallo studio precedentemente citato, dopo aver analizzato la struttura cerebrale dei soggetti campione è stato rilevato che queste persone dalla bugia seriale avevano un 14% in meno di materia grigia e circa il 24% in più di materia bianca a livello della corteccia prefrontale rispsetto al campione di confronto. Questo sta a significare che il bugiardo, nel suo ALLENAMENTO costante alla bugia, stabilisce molte più associazioni tra le sue idee e i suoi ricordi per necessità vitale. Questo continuo meccanismo gli consente di dare coerenza alle bugie che diventano la base del suo pensiero e il fondamento delle sue relazioni. Da qui la sua gran MEMORIA che deriva dalla continua attivazione a livello delle connessioni della corteccia prefrontale. ALLENAMENTO, questo è quello che accade realmente. Il cervello si allena a reagire sempre allo stesso modo adattandosi a livello strutturale a questa nuova modalità di pensiero.
COMPARSA DELLA FREDDEZZA
Nel contempo l’allenamento alle bugie modifica anche il modo in cui viene attivata l’AMIGDALA, zona deputata all’elaborazione emotiva degli stimoli ricevuti dall’esterno. Come riportato in uno studio pubblicato su “Nature Neuroscience, con il tempo il bugiardo patologico attiva sempre meno questa ghiandola cerebrale diventando sempre più insensibile alle sollecitazioni emotive con una conseguente FREDDEZZA che lo contraddistingue e lo accompagna sempre più. E’ come se il senso di colpa che accompagna le prime bugie non venisse rinforzato da esiti negativi nell’immediato e il compiacimento per l’ottenimento del risultato senza ricadute negative portasse ad un affievolimento progressivo del senso di colpa stesso di volta in volta.
PERCHE’ MENTIRE?
Le motivazioni che inducono una persona ad iniziare a mentire, e in seguito a perpetuare questo tipo di comportamento, hanno origine nella formazione del soggetto stesso e spesso derivano da bisogni di riconoscimento, di dominio, di rivalsa o di creazione di un’autostima che risulta non adeguata o traballante. Anche la modalità educativa con la quale i genitori affrontano la realtà con i propri figli è molto importante e deve adattarsi alle diverse fasi di sviluppo cerebrale. Se le piccole bugie che si raccontano per addolcire la realtà, o minimizzare i risvolti negativi, possono essere efficaci e adeguate nella prima infanzia, già nella preadolescenza i ragazzi iniziano a capire che mentire è sbagliato e che questo tipo di comportamento può far perdere la fiducia degli altri. Come evidenziato da Paul Ekman nel suo testo “La Seduzione delle bugie”, è importante che i genitori inizino in questa fase di crescita ad essere più onesti possibile con i propri figli, in modo da assicurarsi un rapporto di reciproca fiducia. L’esempio poi diventa sicuramente una fonte di ispirazione e dalla comparsa del pensiero astratto è ovvio che le bugie con i ragazzi portano soltanto a bugie. Questa secondo Ekman è la base dell’importante rapporto di fiducia tra genitore e figli. Avere a che fare con una persona bugiarda patologica è sicuramente difficile e per certi versi inquietante, ma assecondarla nel suo gioco perverso non l’aiuta ad uscire da un meccanismo nel quale è entrata per abitudine e che riconosce come unica modalità di relazione. Bisogna pensare che se si continua a mentire facendogli credere che subiamo, assecondiamo o addirittura accettiamo questa sua modalità è l’inizio di una menzogna che ci può far cadere in un vortice di dipendenza reciproca che spesso è alla base di rapporti nocivi e distruttivi. Aiutare n bugiardo patologico non è facile e spesso questa modalità di comportamento è spesso associata ad altri disturbi di personalità come il Narcisismo caratterizzato da totale assenza di empatia. Nelle relazioni ognuno porta una sua eredità di chi è e di come vuole farsi vedere agli occhi degli altri, ma la libertà di mostrarsi per chi si è veramente è l’unica strada giusta per costruirsi una coerenza e unicità che può portarti verso una vita più serena ed appagante. Quello che non bisogna dimenticare è che le bugie possono portarci in un vero e proprio vortice di menzogne dal quale è difficile uscire e che possono con il tempo compromettere tutti gli aspetti relazionali della nostra vita. In un mondo in cui tutto è esteriorità e ricerca di approvazione la parole d’ordine è AUTENTICITA’.
SITOGRAFIA
https://www.cambridge.org/core/journals/journal-ofmental-science/article/abs/onthe-behaviour-of-thepericellular-reticulum
https://www.cambridge.org/core/journals/the-britishjournal- of-psychiatry
Bibliografia
Andreazzi L. – Il bugiardo patologico -Youcanprint Ed. 2021
Ariely D. – The onest truth about dishonesty: how w elie to everyone- Especially ourselves – 2013
De Paulo, B.M., Kashy, D.A., Kirkendol, S.E., Wyer, M.M. & Epstein, J.A. (1996). Lying in everyday life, in Journal of Personality and Social Psychology, vol. 70, pp. 979-995.
Ekman P. – La seduzione delle bugie – Mondadori Editore 1999
Ekman P. – Le bugie dei ragazzi. Frottole, imbrogli, spacconate: perché i nostri figli ricorrono alla menzogna? Giunti Ed. 2009