Il lavoro dello psicologo con i bambini: tra gioco e terapia
Il lavoro dello psicologo con i bambini in un periodo di pandemia e chiusure e riaperture è stato necessariamente molto ridotto a causa del lavoro ad alto contatto con i soggetti della terapia. Tuttavia nel post che non sembra mai un post covid le richieste di aiuto da parte dei genitori sono aumentate. I bambini hanno sofferto e continuano a soffrire le altalene e le incertezze dovute alla situazione generale. I bambini necessitano di basi sicure e di sicuro in questo periodo sembra esserci davvero poco. I disturbi d’ansia e le somatizzazioni così come le paure sono le maggiori cause di disagio.
C. 9 anni, un bel bambino dai profondi occhi chiari, viene in terapia e parla della sua paura di addormentarsi da solo e che mentre cerca di addormentarsi vede ‘Samara’ la bambina di un noto film. M. 8 anni una bambina introversa dagli occhi vispi, dice che non vuole andare a scuola e non vuole separarsi dalla mamma. Dietro il sintomo c’è sempre la storia che il bambino racconta a volte spontaneamente altre volte attraverso il gioco o le fantasie guidate. Affiorano momenti in cui il bambino ha dovuto gestire preoccupazioni più grandi di lui o ha vissuto esperienze che si è tenuto per sé ‘perché mamma e papa erano già preoccupati per le loro cose’. Avvicinarsi all’ignoto e alla paura per il bambino è un momento difficile, c’è bisogno della necessaria fiducia e della giusta motivazione, ma poi diventa un’avventura esplorare le profondità della loro difficoltà. Per i terapeuta che lavora con i bambini il momento della terapia diventa un momento in cui tornare un po’ bambini e prendersi cura del bambino interiore proprio e giocarci e farcisi guidare nel gioco con il piccolo paziente.