Il modello olistico in riabilitazione neuropsicologica: in ricordo di Anne-Lise Christensen

Katia Celentano, psicologa e psicoterapeuta relazionale e familiare, terapeuta EMDR. Docente in Neuropsicologia dell’età evolutiva, Scuola S p e c i a l i z z a z i o n e i n Psicoterapia CSP, Casoria (Na); Esperta in Neuropsicologia dell’età evolutiva e in Psicopatologia dell’Apprendimento. Master di I Livello in Analisi Applicata del Comportamento. Vicepresidente d e l l a S c u o l a C a m p a n a d i Neuropsicologia “Lightner Witmer”. Centro di riabilitazione Associazione La Nostra Famiglia, Cava de’ Tirreni (Sa).

Articolo estratto dal numero speciale di PsicologinewsScientific dedicato ai trenta anni di neuropsicologia in Campania

Ero da pochi mesi laureata quando nell’agosto del 2000 ho incontrato per la pr ima vol ta Anne‐Lise Christensen nella sua casa di C o p e n a g h e n . A d e s s o l a professoressa non c’è più, è venuta a mancare l’11 Febbraio del 2018 all’età di 90 anni. Neuropsicologa, professore emerito di riabilitazione neuropsicologica all’Università di Copenaghen ed ex direttore del Center for Brain Injury Rehabilitation presso la stessa Università non è stata solo una figura centrale nella neuropsicologia danese, ma ha avuto un ruolo cruciale sia a livello nazionale che internazionale per il fecondo sviluppo della riabilitazione olistica delle persone con una lesione cerebrale acquisita. Avendo lavorato intensamente con i l neuropsicologo russo Alexander Lurija (1902-1972) presso l’Istituto d i Neurochirurgia Burdenko all’Università di Mosca, ha compreso a p p i e n o l e s u e t e o r i e s u l funzionamento del lobo frontale e sull’esistenza di aree cerebrali operanti in sinergia. La visione teorica e l’approccio olistico alla riabilitazione di queste funzioni elaborati da Lurija sono diventati d e c i s i v i p e r l a s u a v i t a ” ( * I n t e r n a t i o n a l Neuropsychological Society: www.the-ins.org/our-ins-family/anne-lisechristensen ).

Mi sembra strano, a distanza di 23 anni, ripensare che così giovane ho avuto il privilegio di poter incontrare più volte la professoressa che ha s e m p r e m o s t r a t o g r a n d e motivazione a trasmettere la sua esperienza a chi si affacciava a questa professione interessandosi alla situazione della neuropsicologia e della riabilitazione in Italia e in Campania e offrendo sulla base della sua esperienza consigli concreti. Nella sua casa si respirava aria di neuropsicologia; in un salotto vi era una grande statua in ceramica dalle sembianze tribali che mi spiegò di avere ricevuto in regalo, nel corso delle sue visite in Brasile, da Lucia Wil ladino Braga (Docente di Neuroscienze e Neuropsicologia, Presidente del SARAH Network of Rehabilitation Hospitals e fondatore dei Centri di ricerca in Neuroscience a Rio de Janeiro e Brasilia), tra i fondatori di un network di centri di riabilitazione di alta specializzazione. Proprio nel giorno in cui le feci visita per la prima volta aveva a seguire invitato alcuni membri dell’equipe del centro di Copenaghen per discutere del loro contributo alla Conferenza Internazionale della Brain Injury Association che si sarebbe tenuta proprio a Brasilia a cui un gruppo di loro, lei compresa, si accingeva a partecipare. Nell’altro salotto dalla forma ad emiciclo, che guardava attraverso una grande vetrata sul giardino, erano adagiati una serie di libri, tra questi vi era un testo curato da Anna Mazzucchi (docente di Riabilitazione Neurologica presso l’Università di Parma) e altri autori dal titolo “Cervello e pittura: effetti delle lesioni cerebrali sul linguaggio pittorico” (1994). Insomma stare nella sua casa era come muoversi in un museo della neuropsicologia e della riabilitazione che conteneva il passato ma che guardava anche al futuro. Nel 2001 la professoressa Christensen è venuta lei a Napoli per una settimana come o s p i t e dell’Ordine degli Psicologi della Regione Campania. Ha apprezzato molto questa terra e la nostra ospitalità, mostrando una grande capacità di cogliere tutti gli aspetti della comunicazione verbale e non-verbale, sua grande peculiarità che la rendeva un clinico particolarmente raffinato. In questa sua permanenza abbiamo organizzato anche un incontro con il professore Dario Grossi nell’ambito di un convegno tenutosi presso i l Complesso Monumentale del Belvedere San Leucio. Successivamente anche io nel 2002 ho potuto effettuare grazie alla sua presentazione uno stage nel Center for Brain Injury Rehabilitation da lei fondato e poi nel Department of Neurorehabilitation, TBI Unit (Copenhagen University Hospital, Rigshospitalet, Hvidovre, Denmark), dove ho potuto toccare con mano la modalità con cui lavorano in equipe i colleghi psicologi (specializzati in neuropsicologia e/o in psicoterapia), i medici, gli insegnanti, i fisioterapisti, i terapist i occupazional i e i logopedisti che utilizzano l’approccio olistico. La cosa che più mi ha colpito è stata la grande attenzione alla dimensione della vita concreta e quotidiana della persona che va aiutata a recuperare una propria adattabilità all’ambiente, quindi sono considerate parti intrinseche del progetto riabilitativo la necessità di visitare i luoghi (ad es. la casa, il posto di lavoro per capire se sono necessarie delle modifiche) e la conoscenza degli amici e dei parenti del paziente per individuare coloro che possono spiegare la personalità premorbosa e supportarne i l reinserimento nel contesto sociale. L’altro aspetto fondamentale mi è parso l’atteggiamento fortemente paritario dei ruoli professionali che all’ospedale di Hvidovre secondo me r a g g i u n g e v a l ’ a p i c e n e l l a consuetudine del venerdì di incontrarsi prima al mattino nella sala riunioni per fare colazione insieme con i dolci offerti a turno da un membro dello staff (il massimo della circolarità!).

A distanza di alcuni anni, nel maggio del 2011, la professoressa è stata di nuovo a Napoli, ospite della Scuola Campana di Neuropsicologia “Lightner Witmer” (SCNp), dove ha tenuto delle lezioni sull’approccio o l i s t i c o , e ha i n c o n t r a t o l a P r o f e s s o r e s s a C a t e r i n a Arcidiacono (Professore Ordinario di Psicologia di Comunita’ presso l’Università degli Studi di Napoli Feder i co I I ) e i l profes sore Alessandro Iavarone (Professore di Valutazione Psicometrica delle F u n z i o n i C o g n i t i v e p r e s s o l’Università “Suor Orsola Benincasa” d i N a p o l i ) . E ’ s t a t o m o l t o emozionante poter assistere al loro incontro e al fatto che potesse nascere una sintonia su un piano più personale, ma questa è una p e c u l i a r i t à d e l l a P r o f . s s a Christensen che le ha consentito di mantenere rapporti con esperti in tutto il mondo.

La prof. Christensen ha lasciato una grande eredità perchè ha saputo m e t t e r e i n s i e m e i l r i g o r e metodologico della riabilitazione n e u r o p s i c o l o g i c a , l a neuropsicoterapia rivolta al paziente e la gestione del sistema di vita della persona, insomma una riabilitazione calata nella vita reale, tutto questo grazie ad un’equipe complessa e armonica.