Il primo maggio: festa dei lavoratori

primo maggio

Oggi è il primo maggio, ed è ben noto, che sia il giorno della festa dei lavoratori.

Sociologicamente parlando, le origini di questa ricorrenza risalgono agli inizi del ventesimo secolo.

L’istituzione di una giornata internazionale dedicata ai lavoratori si rese necessaria per rivendicare dei diritti, quali la riduzione dell’orario, e soprattutto il miglioramento delle condizioni e dei salari.

La nascita della festa istituita il primo maggio la si fa risalire ovviamente in seguito alla rivoluzione industriale di fine 800, che introdusse la nuova modalità di lavoro quello in fabbrica.

Dal punto di vista psicologico, il lavoro assume pertanto una importanza notevole. Esso, infatti, contribuisce al benessere psicologico dell’individuo.

Il lavoro, in effetti, permette la dignità ed l’uguaglianza di diritti.

Si favorisce così una costruzione di un Sé efficiente e produttivo che influisce positivamente sul processo di crescita personale e professionale.

Da una superficiale lettura dello stato occupazionale attuale, si evince una situazione in cui pervade uno stato di malessere sociale. Cause di questa situazione sono la crisi economica ancora in corso e gli effetti dovuti al Covid-19.

La disparità tra uomini e donne, salari bassi e lavoro nero, e un alto tasso di disoccupazione, sono tuttora elementi avvilenti anche nelle società industrializzate.

Ne consegue, senza dubbio, un attacco all’equilibrio psicofisico e sociale dell’individuo, che può sviluppare anche stati depressivi.

Oltre all’umore, anche l’autostima e i rapporti sociali e lavorativi possono deteriorarsi, perché l’individuo vive un profondo disagio che si riflette sulla famiglia e sugli amici.

Si rende necessario, quindi, creare ambienti di lavoro che permettano di mantenere basso il livello di stress e che contribuiscano al soddisfacimento, sotto tutti i punti di vista, dell’individuo.

L’uomo energico, l’uomo di successo, è colui che riesce, a forza di lavoro, a trasformare in realtà le sue fantasie di desiderio. (cit. Sigmund Freud)