Il sapiosessuale e l’attrazione per il cervello

Recentemente, ha cominciato a diffondersi rapidamente il neologismo sapiosessuale.

Il termine deriva dal latino sapiens sexualis ed indica una forma di attrazione sessuale basata prevalentemente sull’intelligenza.

L’aspetto fisico diventa marginale per lasciare ampio raggio alla cultura, alle capacità logiche e di pensiero.

L’attrazione sessuale nasce, quindi, prima come una forma di tipo mentale.

Le relazioni e le conversazioni stimolano continuamente il cervello sia a livello cognitivo e sia sul piano emotivo.

Le qualità ricercate nell’altro sono, di conseguenza, la possibilità di conversazioni dai contenuti impegnati, una proprietà e fluidità di linguaggio, la vastità culturale.

Esse determinano, così, continui stimoli mentali che poi si riversano sul piano fisico.

Il sapiosessuale tende ad instaurare relazioni in cui la curiosità verso l’altro è gestita da una vivacità intellettuale, da un continuo scambio di informazioni e nozioni stimolanti e coinvolgenti.

I punti di incontro nei dialoghi sono molti: l’altro diventa un arricchimento continuo e fonte di confronto su tante tematiche che vanno poi a completarsi sul piano fisico.

Il desiderio di condivisione del proprio tempo con il partner si nutre dell’eccitazione dovuto alle conversazioni brillanti che stimolano curiosità e meraviglia.

L’aspetto interessante di questo tipo di relazione cozza sensibilmente con la direzione presa dalla società attuale.

La superficialità e la leggerezza tipiche delle realtà virtuali e smart sono i punti maggiormente messi in discussione dal sapiosessuale.

La seduzione dell’altro non è basata su modelli estetici proposti dai social e copiati dalla maggioranza.

Il fascino, al contrario, sta nell’impegno di far diventare cerebrale la relazione che si desidera coltivare.

Le performance amorose nascono nella mente e con la mente, in un crescendo emotivo e cognitivo.

Ovviamente questo tipo di attrazione è appannaggio prevalentemente degli adulti, che hanno costruito nel tempo una buona percezione del se.

Il cervello è il mio secondo organo preferito. (Woody Allen)