La crisi di coppia e il suo potenziale trasformativo
La crisi di coppia è un evento di per sè naturale che segnala la rottura di un equilibrio e la necessità di attivare un cambiamento.
Talvolta, diventa la spia di un malessere profondo, di una impasse che reclama attenzione.
I passaggi significativi della vita di coppia
Come naturale evoluzione del rapporto, la crisi può emergere in concomitanza dei passaggi significativi della vita di coppia.
Il primo tra questi, si manifesta quando finisce la fase iniziale dell’idealizzazione. Quando svanisce l’effetto obnubilante dell’innamoramento e delle proiezioni in base alle quali l’altro è visto in funzione delle proprie fantasie e aspettative. Quando lo si comincia a vedere per com’è e non più per come si vorrebbe che fosse. Ed è qui che ne emergono gli aspetti ‘negativi’, i lati indesiderati del suo carattere, e diventa difficile farli coesistere internamente con quelli ‘positivi’. Si tratta di un passaggio di crescita che implica l’abbandono dell’idillio iniziale in favore di un rapporto reale e maturo. In alcuni casi, lo scarto tra l’illusione e la realtà può essere tanto forte da determinare l’abbandono della relazione. Nelle personalità più immature, ciò accade per la tendenza a rifugiarsi in un funzionamento infantile e per l’impossibilità a stare in un contatto adulto.
Tra i passaggi più comuni che una coppia si può trovare ad affrontare vi sono: l’inizio della convivenza, la scelta del matrimonio, la nascita di un figlio, il momento in cui i figli lasciano la casa familiare, tipicamente caratterizzato dalla nota ‘sindrome del nido vuoto‘. Nelll’arco del ciclo di vita della coppia, possono emergere molteplici conflitti relativamente a decisioni da prendere e a vissuti non riconosciuti che chiedono di essere visti e integrati.
Quando la crisi della coppia si fa portavoce di un malessere profondo
La crisi puo’ essere indipendente da contingenze di vita e tappe evolutive specifiche e farsi portavoce di un malessere emotivo più profondo. Può manifestarsi attraverso sintomi o acting-out. Perdita di desiderio, trascuratezza, tradimenti possono nascondere rabbia, dolore, ferite non elaborate.
Spesso le coppie vanno in crisi per mancanza di una reale intimità, di quello scambio aperto di pensieri, emozioni e sensazioni essenziale per stare in un confronto autentico.
Per la maggior parte delle persone è difficile rivelarsi per come si è. A causa di un mancato autoriconoscimento. Per il timore del giudizio, dell’abbandono. Di conseguenza, vi è l’impossibilità di accogliere l’altro per com’è. Questo condiziona sia la comunicazione che la vita relazionale e sessuale.
La presenza di un malessere profondo in genere ha radici nel passato. Nella storia della coppia e nella storia individuale e familiare di ciascuno dei due partner. Vi possono essere eventi traumatici non superati. Quasi sempre, vi è una mancata separazione dalle proprie figure genitoriali e una mancata autonomia, per cui la coppia si poggia su dinamiche dipendenti. Di richiesta di protezione, sicurezza, accudimento. Riconoscimento, conferma, approvazione. Il modo con cui ognuno entra in relazione con l’altro risente di quanto appreso dalle esperienze significative della propria infanzia e del modello di coppia mutuato dai propri genitori. Non di rado, vi sono legami simbiotici in cui i due partner si comportano come se formassero un’unica persona. Ed in cui la crisi rappresenta il conflitto tra il voler proteggere la simbiosi e al tempo stesso il volersi evolvere dalla stessa.
La svalutazione del potenziale trasformativo della crisi di coppia
Solitamente le persone attribuiscono alla crisi una accezione negativa svalutandone il potenziale trasformativo di crescita. Nella maggior parte dei casi, la crisi di coppia viene associata a scenari drammatici che hanno a che fare con la distruzione e la fine. Concepita in questo modo, la crisi rischia di non essere affrontata.
Spesso, la prima difficoltà sta proprio nel pronunciare la parola “crisi” all’interno della coppia. Alcune volte il rapporto si raffredda in una distanza emotiva diretta a silenziare le problematiche a scapito dell’intensità dello scambio e della condivisione. Altre volte, vi può essere una quotidianità litigiosa senza però guardare ai conflitti reali nascosti più in profondità.
Evitare di affrontare la crisi ovviamente non è mai una soluzione. Semmai un modo per confermare l’orizzonte catastrofico delle paure. Giungere direttamente alla fine del rapporto o, altre volte, ad una paralisi che può durare anche tutta una vita. Può essere molto doloroso guardare alle insoddisfazioni proprie e dell’altro, scoprire quanto si cela dentro i non detti, i silenzi e gli agiti. Molto frequentemente si arriva alla fine per mezzo di un epilogo che ricade al di fuori di una scelta consapevole. Per progressivo e lento spegnimento delle energie vitali, attraverso una fuga o un gesto estremo o al culmine di una tempesta emotiva fatta di litigi, accuse e colpevolizzazioni.
Occorre dunque riconoscere la crisi, nominarla e successivamente assumersene la responsabilità. E rivolgersi alla psicoterapia quando necessario.