Libero arbitrio e decisioni volontarie

Molti sono i filosofi, i teologi e gli scienziati che hanno posto l’attenzione sul libero arbitrio e sulla capacità di prendere autonomamente delle decisioni.

Cartesio, infatti sosteneva l’importanza di esso come una forma di scelta volontaria, un impegno attivo e responsabile di ricerca personale delle Verità.

Dante Alighieri in alcuni canti del Purgatorio, affronta la tematica sulla libertà delle proprie azioni. Egli rifiuta il concetto di ineluttabilità degli eventi.

Egli lo ritiene una vana ed inutile giustificazione dei propri comportamenti, come se il nostro presente o passato non ci appartenesse.

Al contrario, il sommo poeta sostiene la libertà e la volontà delle nostre azioni come frutto della ragione e del libero arbitrio.

Spostandoci nella sfera artistica, uno degli esempi della libertà delle proprie azioni è visibile nella creazione nella Cappella Sistina.

La leggenda narra che a Michelangelo, proprio in quell’affresco, fu imposto di piegare leggermente la falange del dito di Adamo, proteso a Dio.

Il messaggio che, di conseguenza, si intende far passare è proprio lo sforzo umano di prendere decisioni in autonomia e libertà di azione.

Nella tradizione religiosa cattolica, i nostri comportamenti devono essere protesi a Dio, alla perfezione, alla Scienza e Coscienza.

Se ci si allontana dal Cattolicesimo, vediamo che anche le altre religioni sostengono che gli uomini sono responsabili delle proprie azioni, scegliendo tra il bene e il male.

Ma il libero arbitrio si applica, quindi, a tutti i settori, anche quelli tecnici e scientifici. Costituisce il motore per nuove scoperte e nuove avventure.

Esso, in effetti, offre ulteriori e possibili scenari di novità e opportunità: apre un ventaglio di scelte in cui cimentarsi per crescere.

Ogni atto umano è, dunque, frutto di una scelta, dettata sì dagli eventi, ma soprattutto dalla ragione, strumento indispensabile per la nostra vita.