Lo stigma della salute mentale all’interno dei contesti scolastici. Alcune proposte di procedure operative per l’intervento psicologico

di Francesca Dicè

Lo stigma della salute mentale all’interno dei contesti scolastici. Alcune proposte di procedure operative per l’intervento psicologico

Chi, come chi scrive, opera da lungo tempo implementando interventi psicologici all’interno dei contesti scolastici, sa bene che una delle più grandi limitazioni alla piena riuscita degli stessi riguarda spesso lo stigma legato alla salute mentale (Petter, 2004). Capita infatti molto spesso che gli studenti non afferiscano allo sportello d’ascolto psicologico per timore di essere indicati come “sciocchi”, “malati di mente” o addirittura confusi con gli studenti che usufruiscono di un insegnamento individualizzato.

A peggiorare la situazione possono intervenire anche semplici dinamiche di gruppo, talvolta mosse magari da semplici immaturità o anche solo legate ad espressioni ridanciane e battute rumorose, che però possono scoraggiare richieste di accesso allo spazio. Spesso, infatti, nei corridoi scolastici si sentono rimbombare espressioni sarcastiche del tipo: “Sta arrivando la psicologa, vieni che ti cura!” “Dottoressa, parli un po’ con questo ragazzo che ha “i problemi in testa!”

È dunque fondamentale, per chi opera in questi settori, non trascurare questi aspetti, bensì eleggerli a contenuto elitario del suo lavoro; per farlo, può essere utile mettere in campo alcune strategie operative.

Una prima strategia può riguardare un importante coinvolgimento del corpo docente, con il quale possono essere fatti degli incontri preparatori di approfondimento delle attività dello spazio d’ascolto; ciò affinché esso possa avere ben chiari i criteri per inviare gli studenti allo spazio e, se da loro interpellato per un consiglio, fornire le corrette informazioni al riguardo.

Una seconda strategia può prevedere un potenziamento dell’attività di pubblicizzazione dello spazio; un modo può essere il preferire, soprattutto nelle parti iniziali del progetto, il ricorso ad incontri con i gruppi classe, anche a scopo esclusivamente informativo, utili a presentare le attività ed il valore della prevenzione nel contesto scolastico.

Una terza strategia, infine, può essere l’implementare degli specifici interventi informativi e promozionali con i genitori, al fine di prevenire eventuali preoccupazioni legate alle attività cliniche offerte (Alcuni esempi tipici: “Perché gli insegnanti vogliono mandare lo psicologo in classe? C’è qualche problema che non ci è stato riferito?” oppure “Mio figlio mi ha chiesto di poter parlare con lo psicologo, significa che entrare in psicoterapia?”) e chiarire eventuali dubbi o domande al riguardo.

In altri termini, credo che il contrasto allo stigma della salute mentale debba iniziare proprio dagli interventi promossi dagli addetti ai lavori; essi, in particolare in ambito scolastico, devono prevedere, come obiettivo iniziale, la promozione di una cultura psicologica, portando così, di conseguenza, ad una riduzione dei vissuti di stigmatizzazione relativi alla salute mentale ed ad un aumento delle richieste di consultazione (Cornoldi & Molinari, 2019).

Bibliografia

  • Cornoldi C. & Molinari L. (2019) Lo psicologo scolastico. Competenze e aree di intervento. Bologna: Il Mulino. ISBN 9788815284754
  • Petter G. (2004) Lo psicologo nella scuola. Ciò che fa, ciò che potrebbe fare. Firenze: Giunti Psychometrics. ISBN 9788809038097