Mal d’Amore: l’affetto fuori controllo

di Antonia Bellucci

“Ci sono amori felici.
Ci sono amori infelici.
E poi ci sono storie come
certi quadri appesi: tutti li
vedono storti, tranne i due
abitanti della casa. Storie
che non hanno nulla a che
fare con la felicità e,
soprattutto, con l’amore”.

Tra tut te le forme di dipendenza, quella meno tangibile è certamente la dipendenza affettiva.
L ’ o g g e t t o d i q u e s t a dipendenza non è qualcosa di materiale, una sostanza, una bottiglia ma è una relazione.
Si potrebbe dire che l’amore sembri essere una sorta di dipendenza naturale, un’ “ a l t e r a z i o n e psicofisica normale” sperimentata dalla maggior parte degli esseri umani almeno una volta nella vita. La relazione romantica, dunque, potrebbe essere una dipendenza “positiva”, quando l a r e l a z i o n e è reciproca e non tossica, ma può diventare facilmente una dipendenza pericolosamente negativa quando è inappropriata, non reciproca o non ricambiata.
Secondo il dizionario francese Le Grand Larousse, l a d i p e n d e n z a a f f e t t i v a “designa un bisogno generale ed ec ces s i v o di es ser e accuditi, bisogno che porta ad u n c o m p o r t a m e n t o sottomesso e ad un’angoscia da separazione”. Questa dismisura, quest’impotenza e questa perdita totale della propria autonomia emotiva caratterizzano la dipendenza affettiva, un male che genera sofferenza, perdite dolorose e tristi conseguenze nella vita della persona che ne soffre. In alcuni casi, tutto ciò conduce anche a gelosia, controllo ossessivo dell’altro e violenza. Nel brivido dell’incertezza di volersi, nel silenzio che lascia in attesa di un ritorno, nel fuoco passionale che arde e c o n s u m a , n e l b u i o d i prospettive, nell’incessante sfida con sé stessi a fare di più e meglio, per rendersi amabili, si ritrova quella scossa che distrae ma che non risolve la carenza d’affetto originaria. Vivere queste relazioni disfunzionali è un pò come stare sulle montagne russe, abbandonati totalmente all’euforia che dalla vetta porta a l p r e c i p i z i o lasciando disorientati dalla sofferenza che si prova. I s e g n i e i s i n t o m i d e l l a d i p e n d e n z a affettiva sono, in gran parte, s p e c u l a r i a q u e l l i delle dipendenze comportamentali, e includono:

  • il piacere derivante d a l l ’ o g g e t t o della dipendenza
  • tolleranza: il bisogno costante di aumentare il tempo trascorso con il partner diminuendo, parallelamente, il tempo investito in attività autonome o contatti con altre persone
  • astinenza: la comparsa di emozioni negative molto intense, come a n s i a , p a n i c o , depressione, quando il partner è fisicamente o emotivamente distante
  • perdita di controllo: l’incapacità di riflettere in maniera lucida sulla propria situazione e di controllare i propri c o m p o r t a m e n t i , alternata a momenti di l u c i d i t à i n c u i l a persona dipendente sperimenta vergogna, umiliazione e rimorso. Nella vita quotidiana, questi segni e sintomi si riflettono in una g r a n d e v a r i e t à d i c o m p o r t a m e n t i e a t t e g g i a m e n t i del dipendente affettivo:
  • le emozioni del partner hanno più importanza rispetto alle proprie
  • la stima di sé dipende d a l l ’ a p p r o v a z i o n e dell’altro
  • prendere una posizione o una decisione diventa difficoltoso e causa forti sensi di colpa
  • la paura di essere abbandonati è talmente intensa che la maggior p a r t e d e i comportamenti hanno la funzione di evitare la solitudine e il rifiuto
  • riconoscere ed esprimere i propri pensieri ed emozioni è difficile o spaventoso
  • la maggior parte del proprio tempo viene i m p i e g a t o p e r controllare il partner
  • le conseguenze n e g a t i v e c h e l a relazione produce in tutti gli altri ambiti vengono ignorate

L e c a r a t t e r i s t i c h e d i una dipendenza affettiva, ad ogni modo, si intrecciano, in larga parte, ai tratti di una p e r s o n a l i t à d i tipo dipendente; le persone c h e s i r i t r o v a n o a essere dipendenti da una relazione, infatti, presentano spesso i seguenti tratti di personalità:

  • difficoltà nel prendere d e c i s i o n i , a n c h e q u o t i d i a n e , senza chiedere consigli e r a s s i c u r a z i o n i . La mancanza di fiducia nella propria capacità di fare scelte corrette e l ’ e s t r e m a c o l p e v o l i z z a z i o n e quando si commettono errori, rende terrificante l a p o s s i b i l i t à d i sbagliare
  • bisogno che altre persone si assumano la responsabilità di ambiti importanti della propria vita. Le sfide quotidiane diventano difficoltà i n s o r m o n t a b i l i e impossibili da affrontare da soli
  • difficoltà nell’essere in disaccordo con gli altri. U n a persona dipendente sen t e d i n o n a v e r e abbastanza valore da p o t e r e s p r i m e r e un’opinione personale che si discosti da quella di qualcuno da cui dipende
  • difficoltà nel portare a termine progetti o attività in autonomia. La paura, in questo caso, riguarda il fatto che le a l t r e p e r s o n e potrebbero accorgersi del fallimento, percepito come inevitabile
  • emozioni negative come ansia o disperazione al pensiero di essere soli o poter rimanere da soli
  • assumersi la colpa o la responsabilità di eventi o situazioni negative, anche quando non è vero oppure non è possibile identificare un r e s p o n s a b i l e . C o l p e v o l i z z a r s i r a p p r e s e n t a u n a modalità di mantenere il c o n t r o l l o s u c i r cos tanze, mol t o spesso, incontrollabili
  • incapacità di creare o difendere i propri spazi o confini

Per avere un’idea concreta di cosa sia la dipendenza affettiva, quindi, bisognerebbe osservarne le manifestazioni nella vita della persona che ne soffre: percorsi tortuosi che portano con sé questo pericoloso mal d’amore.
Il dipendente affettivo:

  • ha sete d’amore, è come u n s e c c h i o bucato: neppure tutto l ’amor e del l a ter r a r i u s c i r e b b e a soddisfarlo;
  • è sotto la tutela dell’altro, lascia nelle mani dell’altro tutta la responsabilità della sua vita, della sua felicità e della sua personale realizzazione;
  • è un fedele discepolo, quando ammaliato da un coniuge o da un leader carismatico ed è pronto ad ogni rinuncia impegnandosi con zelo;
  • è un impiegato modello, pronto a tut to per essere apprezzato da superiori e colleghi. Il dipendente affettivo si percepisce solo come un oggetto;
  • si aggrappa, perché non vuole che lo si lasci o lo si abbandoni. Anche tempo dopo la fine di una relazione, continua a sperare, a richiamare l’ex, ad aspettare che ritorni.
  • vive per procura poiché piuttosto che fare uno sforzo per cambiare se stesso, è attratto da ciò che g l i piacerebbe essere. Non ha progetti c h e g l i s t a n n o veramente a cuore, non ha s o g n i , non ha ambizioni. Vive solo attraverso gli altri, è passivo e rassegnato;
  • ignora chi è, si conosce poco ed i suoi interessi ricalcano quelli di chi gli s t a v i c i n o , non è consapevole del suo valore;
  • è appassionato, ha l ’ i m p r e s s i o n e d i esistere solo quando fluttua sopra le nuvole, si crea un’immagine idealizzata della sua conquista, elevandola al cielo per meglio venerarla. Vede solo un lato della medaglia: quello più scintillante;
  • aspetta, vive in una c o n t i n u a e d i n t e rmi n a b i l e fi l a d’attesa e di speranza;
  • è sottomesso, soprattutto quando si tratta di disprezzo e/o violenza poiché la sua soglia di tolleranza è mo l t o e l e v a t a . È incapace di porre limiti perché ha paura: paura di perdere l’essere amato che l’abbandona;
  • non si ama, ha una visione negativa di sé e non si interessa a ciò che è. Quello che succede al suo mondo interiore e ciò che vive lo lascia indifferente, allontanandosi da se stesso e trasformandosi in un contenitore senza contenuto.

La dipendenza affettiva si n u t r e d e l l a p a u r a dell’abbandono, si alimenta del senso di colpa e della vergogna di sé, trae sostentamento d a l l e d e b o l e z z e d i u n a personalità pesantemente p r o v a t a d a l r i fi u t o , dall’indifferenza o dalla v i o l e n z a . Essa è l a conseguenza di schemi comunicativi disfunzionali che s i ripetono e s i rafforzano in un contesto di aspettative distorte e di convinzioni errate sulla relazione amorosa.
Si diventa dipendenti affettivi senza rendersene conto poiché la dipendenza s’insinua nei più reconditi angoli dell’essere. Le cause della dipendenza sono molteplici, si intersecano e si accumulano. La soluzione, tuttavia, è unica: seguire un percorso d i guarigione. Quindi: Da cosa deriva la dipendenza affettiva? Cioè, in parole semplici, cos’è l’Attaccamento? Sin dalla nascita l’uomo, in quanto mammifero, ha bisogno di accudimento per sopravvivere, della vicinanza di una figura adulta che gli garantisca non solo l a sopravvivenza fisica ma anche lo sviluppo delle sicurezze e d e l l e c a p a c i t à c h e l o porteranno a vivere in sintonia con se stesso e con i l mondo. Questo legame “speciale” è definito sistema di attaccamento.
P e r p o t e r s v i l u p p a r e un attaccamento sicuro è necessario avere avuto esperienze di disponibilità e accettazione da parte della fi g u r a s i g n i fi c a t i v a d i accudimento (solitamente i genitori): figura che in qualche modo è stata capace non solo di dare rilievo ai bisogni più elementari come essere nutrito, lavato ecc., ma capace anche di dare spazio a tutte quelle esperienze che danno la possibilità di sviluppare una emotività sana e in equilibrio con il mondo esterno, che ha fornito amore autentico non condizionato anche o solo da aspettative di prestazione. Il sistema di attaccamento ha quindi un’ influenza sul la modalità con cui le persone si relazionano agli altri nell’età adulta.
Uno stile di attaccamento sicuro permetterà inoltre di:

  • sviluppare maggiori c a p a c i t à d i a u t o r e g o l a z i o n e , fl e s s i b i l i t à e a d a t t a m e n t o a situazioni diverse nei momenti di frustrazione e stress
  • acquisire fiducia in se stessi e verso gli altri
  • chiedere e dare aiuto serenamente quando serve

Al contrario, aver sviluppato un attaccamento insicuro, fatto di scarse attenzioni, assenza di cure, esperienze traumatiche precoci, potrebbe:

  • creare problemi di valore personale
  • creare difficoltà nelle relazioni
  • diminuire la capacità di autoregolarsi in generale

Che partner sceglie la persona con dipendenza affettiva? Il dipendente affettivo, proprio per la percezione di se stesso c o m e u n a p e r s o n a vulnerabile, incerta, insicura e convinta della propria scarsa amabilità, troverà ovvio e ineluttabile scegliere una persona poco attenta ai suoi bisogni, poco amorevole, difficilmente rispettosa e di sponibi le. Tal e s cel t a confermerà senza ulteriori dubbi la convinzione di non essere meritevole di amore innescando un circolo vizioso. Tale condizione, simile al gioco “della vittima e del c a r n e fi c e ” è p r o p r i o l a relazione che il dipendente affettivo cerca, pensando che q u e l l a p e r s o n a , apparentemente forte e sicura, lo possa proteggere da tutte le difficoltà della vita. Di contro quel l a per sona, spes s o c a r a t t e r i z z a t a d a t r a t t i narcisistici (quali per esempio senso di superiorità, esigenza di ammirazione, mancanza di empatia), cerca una “vittima” per soddisfare il bisogno di potere e controllo, uniche modalità con cui riesce a stare in relazione con l’altro.

Le tipologie di dipendenti affettivi
L’associazione americana Dipendenti affettivi anonimi (Love Addicted Anonymous) ha delineato alcuni profili tipici dei dipendenti affettivi:

  • Dipendente affettivo ossessivo: non riesce a distaccarsi dalla propria relazione, anche se il p a r t n e r n o n è e m o t i v a m e n t e o s e s s u a l m e n t e disponibile, incapace di comunicare, distante, svalutante, abusante, egocentrico, egoista, controllante, a sua volta d i p e n d e n t e d a qualcos’altro (alcool, d r o g h e , g i o c o d’azzardo, etc.)
  • Dipendente affettivo codipendente: nel la maggior parte dei casi, soffre di mancanza di autostima e cerca, con o g n i m e z z o , d i trattenere con sé la p e r s o n a d a c u i dipende, ad esempio prendendosene cura, controllandola con strategie passivo – a g g r e s s i v e , o accettandone gli abusi. In genere, il dipendente affettivo codipendente farebbe qualsiasi cosa per “prendersi cura” del proprio partner, nella speranza c h e , un g i o r n o , v e n g a ricambiato.
  • Dipendente dalla relazione: al contrario delle altre tipologie, non è più innamorato del partner, ma non riesce comunque a lasciarlo. D i s o l i t o , s o n o estremamente infelici e s p a v e n t a t i d a l cambiamento e dalla possibilità di rimanere da soli.
  • Dipendente affettivo n a r c i s i s t a : q u e s t a tipologia di dipendente usa la seduzione e la d o m i n a z i o n e p e r controllare il proprio partner. Al contrario del codipendente, che accetta la sofferenza, il narcisista non lascia c h e q u a l c o s a interferisca col proprio b e n e s s e r e e n o n appare in alcun modo preoccupato d e l l a relazione. Quando, però, si trova di fronte alla minaccia di un abbandono, cerca con o g n i m e z z o d i mantenere la relazione, fino ad arrivare alla violenza.
  • Dipendente affettivo ambivalente: questa c a t e g o r i a , generalmente, soffre di u n d i s t u r b o d i personalità evitante, che causa una ricerca estenuante dell’amore, ma allo stesso tempo il terrore dell’intimità. Questa combinazione può portare, in alcuni casi, a ricercare l’amore d i p e r s o n e n o n disponibili mentre, in altri, a interrompere le relazioni non appena queste i n i z i a n o a diventare più intime e serie.
  • Seduttore rifiutante: questo dipendente affettivo ricerca un partner per ottenere affetto, compagnia o sesso per poi, quando s i sente i n s i c u r o , rifiutarlo, in un ciclo continuo di disponibilità e indisponibilità.
  • Dipendente romantico: l a dipendenza, i n questo caso, riguarda par tner mul t ipl i . Al contrario, però, dei dipendenti sessuali, che cercano di evitare i legami, i dipendenti romantici instaurano legami con tutti i loro partner, in gradi diversi, anche se le relazioni sono di breve durata o s i s v i l u p p a n o contemporaneamente.

La t e r a p i a c o g n i t i v o – comportamentale per la dipendenza affettiva
Come accade per gli altri generi di dipendenza, la guarigione dalla dipendenza affettiva è un processo complesso e che, in alcuni casi, può richiedere del tempo. I presupposti fondamentali, ad o g n i m o d o , s o n o i l r i c o n o s c i m e n t o d e l l a propria dipendenza, la presa d i c o s c i e n z a d e l l e conseguenze che essa ha prodotto e potrebbe produrre in futuro e la volontà di intraprendere un processo di cambiamento. Tutto ciò richiede un’iniziale dose di coraggio perché, n e l l a maggior par te dei casi , c o m p o r t a i l p o r r e fi n e alla relazione disfunzionale e c o m i n c i a r e a g e s t i r e l’astinenza.
La terapia cognitivo – c o m p o r t a m e n t a l e p e r la dipendenza affettiva si compone di diverse fasi e inizia con la valutazione e la formulazione del caso. Nello specifico, terapeuta e paziente ripercorrono la storia della relazione attuale e di quelle passate, delineando gli eventi c h e hanno c o n t r i b u i t o all’instaurarsi delle credenze di base di non amabilità e, in u l t i m a a n a l i s i , d e l l a d i p e n d e n z a affettiva come modalità per colmare e compensare questi core beliefs. Nella stessa fase vengono fissati, congiuntamente, gli obiettivi a breve, medio e lungo termine e viene predisposta una rete di sostegno per il paziente, identificando alcune persone fidate da coinvolgere che possano aiutarlo, in particolar modo nelle prime fasi di astinenza.
La consapevolezza del disturbo, delle sue dinamiche e dei circoli viziosi che si instaurano rappresenta il passaggio immediatamente s u c c e s s i v o a l l a concettualizzazione del caso: i l r i c o n o s c i m e n t o d e i m e c c a n i s m i della dipendenza, da parte d e l p a z i e n t e , d i v e n t a fondamentale per capire come gestire eventuali ricadute.
I l lavoro con la terapia cognitivo – comportamentale si focalizza, in questo caso, p r i n c i p a l m e n t e s u l l a ristrutturazione delle credenze disfunzionali legate al proprio valore e alla propria amabilità e sulla gestione delle emozioni legate a l l a paura dellasolitudine, del rifiuto edell’abbandono. In questa fase del percorso, il terapeuta aiuta, inoltre, il paziente a modificare le aspettative i r r e a l i s t i c h e n u t r i t e nei confronti dell’amore.
Una componente della terapia cognitivo – comportamentale p e r l a d i p e n d e n z a affettiva risiede nel training sull’assertività. La capacità di riconoscere ed esprimere i propri bisogni ed emozioni, i n f a t t i , contribuisce alla costruzione di un più solido senso di sé e della propria autonomia, pur mantenendo una costante connessione relazionale con l’altro. D a u n p u n t o d i v i s t a comportamentale, la terapia prevede interventi diretti volti ad aiutare i l paziente a interrompere vecchi pattern di azione, come, ad esempio, intraprendere nuove relazioni prima di aver riconosciuto i propri bisogni o stabilito dei confini personali, o ignorare alcuni segnali allarmanti nel comportamento abusante del partner, oppure mettere in secondo piano i propri bisogni. Q u a n d o l a r e l a z i o n e t e r a p e u t i c a a p p a r e consolidata, in una fase più avanzata della terapia, il lavoro si concentra su un’area complessa eppure cruciale nella dipendenza affettiva: l’accettazione e la gestione delle emozioni dolorose. Sentimenti come la colpa, il rimorso o la vergogna, per molto tempo negati e nascosti nel corso della relazione disfunzionale di dipendenza, vengono f a t t i emergere all’interno del setting protetto della seduta e, gradualmente, a c c e t t a t i c o m e p a r t e integrant e del l a propr i a persona, nel qui e ora.
In alcuni casi, la terapia cognitivo – comportamentale può essere integrata con tecniche di Mindfulness, di grande utilità per gestire la ruminazione sulla propria relazione, attuale o passata, promuovendo, allo stesso tempo, l ’ a p e r t u r a e l a consapevolezza delle proprie emozioni e un atteggiamento compassionevole verso se stessi.
La dipendenza non aiuta a sentirsi meglio ma a sentirsi meno male per l’istante di una fuga.

Bibliografia
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