Overthinking e ruminazione mentale
Per trovare una soluzione ad una situazione complicata, è necessario attivare un significativo lavoro mentale: pensare e ripensare, confrontarsi, riflettere e poi agire. Tuttavia, spesso capita che alcuni pensieri rimangono come “incastrati” nella mente, restano lì e si ingigantiscono sempre di più.
Capita a tutti di pensare spesso ad un particolare argomento, un pensiero che si introduce nelle nostre menti sempre più di frequente, soprattutto in periodi stressanti o in situazioni di forte indecisione. Tuttavia, se questo pensare viene fatto in maniera eccessiva, può diventare controproducente e piuttosto che aiutarci a trovare soluzioni non fa altro che creare nuovi problemi. In alcuni casi si può parlare di una vera e propria tendenza cognitiva detta “overthinking”, ovvero un processo di pensiero ripetitivo e improduttivo che porta a continuare a pensare in modo eccessivo a qualcosa, pur non giungendo ad alcuna conclusione utile. In questi casi, pensare sempre e continuamente a un evento o ad un argomento può diventare un vero e proprio processo ossessivo che ha come obiettivo apparente quello di tenere tutto sotto controllo, però con scarsi risultati.
In psicologia si usa il termine “ruminazione mentale”, ovvero quel processo cognitivo caratterizzato da uno stile di pensiero disfunzionale e maladattivo che si focalizza principalmente sugli stati emotivi negativi interni e sulle loro conseguenze negative. Si parla quindi di una tendenza a rimuginare su pensieri negativi e difficoltà senza trovare un’apparente soluzione. Questo può avvenire riguardo gli aspetti più svariati della nostra vita: relazioni, lavoro, identità personali, scelte di vita, tra le tante.
Quanto questo rimuginio mentale diventa insistente e sempre più presente, potrebbe influire significativamente sul nostro benessere psicologico. Come mostrato da una ricerca di van Randenborgh e colleghi (2010), l’overthinking danneggerebbe la nostra sfera emotiva e la capacità di prendere decisioni, rendendoci meno fiduciosi e più in difficoltà. Di fatto, l’utilizzo continuo e costante della ruminazione automatizzerebbe tale processo, provocando in chi la sperimenta un senso di mancanza di controllo sui pensieri ed evidente abbassamento del tono dell’umore. L’overthinking porta spesso con sé ansia eccessiva, tendenza alla depressione, ai pensieri intrusivi ed ossessivi e può accompagnarsi ai disturbi del comportamento alimentare.
L’overthinking, quindi, non è funzionale e può essere anche dannoso per la salute mentale. Diverse sono le tecniche o i suggerimenti per riconoscerlo ed imparare a tenerlo a bada. Ognuno, nel tempo, trova il modo a sé più congeniale, ma, in generale, alcuni suggerimenti possono aiutare a trovare la modalità che più si adatta ad ognuno di noi.
Primo fra tutti, per tenere a bada la ruminazione mentale bisogna prendere coscienza che si sta pensando in maniera continuativa e incontrollata ad un argomento specifico. Già solo riconoscerlo ci pone in una prospettiva differente, permettendo di guardare e accogliere quel pensiero ripetitivo come una modalità che viene messa in atto in automatico e che quindi non ci definisce e, di conseguenza, possiamo imparare a controllare.
Tra le tecniche possibili per imparare a gestire questo flusso di pensieri ci sono le tecniche di rilassamento, prime fra tutte la mindfulness e le pratiche meditative, attraverso le quali è possibile imparare ad osservare i pensieri da una prospettiva esterna, aiutando a fare un passo indietro per riconoscere meglio dove essi stanno andando. In seguito, dopo aver imparato a riconoscere tale meccanismo, potrebbe essere utile focalizzarsi sulle soluzioni: ci si potrebbe rendere conto che non vale la pena concentrarsi sul problema su cui si sta riflettendo troppo, ma che converrebbe di più rivolgere la propria attenzione e la propria energia altrove, in un’ottica di problem solving che agisca sul pensiero eccessivo in modo proattivo e costruttivo.
Infine, in questi casi i pensieri che rimangono in testa tendono sempre ad ingigantirsi e ad essere percepiti come incontrollabili; confrontarsi con gli altri e parlarne, per permettere a questi pensieri di uscire dalla nostra testa, è sempre una delle tecniche più funzionali ed un ottimo passo per vedere le cose da prospettive differenti.