L’inconscio oggetto della psicoanalisi
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Paolo Cotrufo spiega molto sinteticamente l’inconscio. L’inconscio è l’oggetto della psicoanalisi ed erroneamente molti pensano che l’inconscio sia stato scoperto da Freud, ma in realtà non è andata così, il concetto di inconscio era già presente nella cultura mitteleuropea del fine dell’Ottocento, nella filosofia e nella letteratura, ciò che invece dobbiamo a Freud è la scoperta di alcuni meccanismi del funzionamento dell’inconscio.
Letteralmente l’inconscio ovviamente è ciò che non è cosciente, e ciò che non è cosciente per uno psicoanalista è ciò che in qualche modo non può essere cosciente, ciò che può essere cosciente ma che non è presente alla coscienza nella psicoanalisi è definito come un pensiero preconscio cioè qualcosa che può avere accesso alla coscienza ma che in questo momento non è presente nella coscienza.
L’inconscio nella teoria freudiana è concepito sostanzialmente in due modi diversi perché inconscio designa innanzitutto potremmo dire un sostantivo e qui ci riferiamo alla concezione pretopica in cui l’inconscio è appunto un topos ovvero un luogo all’interno del quale sono contenuti tutti quei pensieri quelle rappresentazioni rimosse dalla coscienza.
Inconscio però è anche un aggettivo ed è questa l’introduzione freudiana della seconda topica, cioè quando Freud introduce la seconda topica abbandonando appunto la prima di inconscio, preconscio e coscienza, introducendo invece una topica in cui sono presenti delle istanze l’io, l’es e il super-io
Rispetto al funzionamento dell’inconscio Freud ha individuato molti meccanismi molte dinamiche che sono tipiche dell’inconscio, tra questi tutti i processi del pensiero primario, quindi in particolare, la condensazione dei meccanismi di funzionamento dell’inconscio, come lo spostamento, o alcuni principi come il principio di non contraddizione, cioè alcuni dei principi che sono quelli che regolano i processi di pensiero cosciente non sono invece presenti nei processi di pensiero inconscio.
Ciò che è anche importante sapere, è che ciò che è stato rimosso, ciò che è assente quindi dalla possibilità di divenire cosciente, preme per divenire cosciente e utilizza anche qui dei meccanismi per poter presentarsi, questi meccanismi hanno sia la forma del compromesso, pensiamo per esempio la formazione dei sintomi, e pensiamo ad esempio a tutti quei materiali che abitualmente ci offre un paziente in analisi
Un sogno che racconta un paziente in una situazione analitica non è ovviamente inconscio, ma cosciente, altrimenti il paziente non potrebbe raccontarlo. Ciò che è cosciente del sogno è appunto una forma di compromesso che grazie al lavoro onirico funziona nella deformazione di un contenuto inconscio fino a poterlo rappresentare sulla scena onirica attraverso un pensiero cosciente.
L’obiettivo stesso della psicoanalisi è quello di poter togliere, le terapie mediche e psichiatriche intervengono per via del porre cioè introducono all’interno del paziente alcuni pensieri e danno alcune indicazioni affinché quella persona possa beneficiarne nella propria vita quotidiana.
Lo psicoanalista non fa questo, non dà consigli, non da opinioni, assolutamente ha un atteggiamento non giudicante quindi non giudica, ma prova ad eliminare tutto ciò che di eccessivo e presente affinché il paziente possa entrare in contatto con alcuni degli aspetti più profondi di sé che non hanno potuto esprimersi per via del fatto che confliggevano con la coscienza.