La fine del percorso psicologico dagli occhi dello psicologo

La fine di un percorso psicologico, vi siete mai chiesti com’è vissuto attraverso gli occhi dello psicologo?

N. entra nella stanza radiosa, noto con piacere la cura riposta nella scelta dell’abbigliamento. <<Ora mi piace guardarmi allo specchio>>, disse con orgoglio qualche seduta precedente.

Legge spedita gli homework assegnati per la settimana. Ricordo i primi esercizi letti con difficoltà, la vista offuscata dal timore di apparire incapace persino ad un semplice compito di lettura e comprensione del testo, di essere esposta al giudizio di una psicologa molto più giovane di età.

Anche lo sguardo è vivo e presente, non si perde più nella parete dietro la mia poltrona e N. non mi chiede di ripetere ancora una volta ciò che sto dicendo.  <<L’ansia>>, mi dice, <<è ancora qui con me. Ma ora non ho paura. So di essere più forte di questa vecchia amica>>.

Dopo aver ascoltato in silenzio gli homework e il racconto della settimana, accenno un sorriso sereno:<<sa che giorno è oggi?>> . N., un po’ preparata a questa notazione, risponde veloce :<< Sono sicura manchino almeno altri due incontri!>>. Sorrido accogliente, ma resto in attesa.

N. resta un po’ in silenzio, lo sguardo timido, come prima di un saluto che teme di essere l’ultimo. <<… e adesso?>>.

Io ed N. avevamo concordato l’obiettivo di raggiungere una maggiore “chiarezza”, come lei dice al primo incontro. La capacità di capire cosa stesse provando, pensando e agendo in determinati momenti. Di raggiungere inoltre quegli strumenti per fronteggiare i momenti di “crisi”, quando cioè l’ansia diventa molto forte ed N. non riesce a mettere a frutto quanto raggiunto nelle terapie precendenti.

<<Io sono soddisfatta di ciò che abbiamo raggiunto insieme>>, le dico. <<Si, ma insieme…>>, incalza lei. <<Ciò che abbiamo fatto qui insieme mi sembra lei lo abbia reso sempre più parte di sè…ricorda com’era all’inizio?>>.

Ripercorriamo le tappe del percorso e le risorse emerse. N., che ha portato più volte in seduta la sua paura di non riuscire a “camminare” sicura da sola, accetta la mia proposta di rivederci tra due settimane, per cominciare a vedere come va in autonomia. Mi ringrazia per la fiducia che sto mostrando in lei.

Quando un percorso psicologico finisce, è il più delle volte una gran gioia. Osservo con fierezza L. riappropriarsi della propria autonomia. Ma quando un percorso finisce non chiudi la porta. Quella poltrona che N. ha definito talvolta scomoda e dura, è sempre pronta ad accogliere, a rispolverare quelle risorse che ogni tanto non riusciamo a vedere.

<<Di ogni percorso fatto mi porto una frase. Da questa mi porto: “non importa quanto grande, ma nessuna difficoltà potrà mai essere più grande di me>>.

Per N. l’ansia non è più così grande. Per me N. ora lo è di più. Quando finisce un percorso psicologico, dagli occhi dello psicologo.