Quale relazione tra social media e sintomi di dismorfismo corporeo nei giovani?

L’uso dei social media è molto diffuso tra i giovani e diverse ricerche suggeriscono un’associazione con problematiche di salute mentale, inclusa una negativa percezione della propria immagine corporea. Tuttavia, la potenziale relazione tra uso dei social media e, nello specifico, il disturbo di dismorfismo corporeo (BDD) ha ricevuto ancora poca attenzione.

Disturbo di dismorfismo corporeo (BDD)

Il Disturbo di dismorfismo corporeo (BDD) identifica una condizione in cui una persona mostra preoccupazione per un proprio difetto fisico che può essere presunto o reale, in quest’ultimo caso l’importanza data al difetto è di gran lunga eccessiva. È caratterizzato da una preoccupazione persistente per i difetti percepiti nell’aspetto fisico che sono inosservabili o appaiono lievi agli altri. Questa preoccupazione porta a un significativo deterioramento della vita quotidiana, a una ridotta qualità della vita e a tassi sorprendentemente elevati di tentativi di suicidio.

Il BDD emerge tipicamente durante l’adolescenza e la sua eziologia è radicata sia in fattori genetici che ambientali. Tuttavia, attualmente si sa poco sui fattori ambientali specifici che contribuiscono allo sviluppo e/o al mantenimento dei sintomi di dismorfismo corporeo. I social media sono un fattore ambientale proposto come fattore di rischio, contribuendo potenzialmente anche ad un aumento della prevalenza del BDD tra i giovani.

Il ruolo dei social media

Le piattaforme di social media fanno molto affidamento su contenuti basati sulle immagini, molte delle quali sono altamente curate e/o modificate. Questo contenuto alimenta l’interiorizzazione di standard di bellezza irraggiungibili e l’enfasi posta sulla valutazione sociale legata all’apparenza che di conseguenza aumenta l’insoddisfazione per il proprio aspetto. Inoltre, i social media forniscono un contenitore costante per il confronto sociale basato sull’apparenza e influiscono sull’auto-oggettivazione, entrambe componenti chiave nei disturbi dell’immagine corporea come il BDD.

La ricerca di Gupta, Jassi e Krebs (2023)

Ad oggi, sono ancora pochi gli studi che esplorano la relazione tra uso dei social media e sintomi di dismorfismo corporeo. Tali studi evidenziano l’importanza di esaminare le sfumature dell’utilizzo dei social media in relazione ai sintomi di dismorfismo corporeo, compreso il tipo di social media utilizzato (basato su immagini o testo), le motivazioni dietro al loro utilizzo e se la persona interagisce in maniera attiva o passiva sui social media.

In questa scia si inserisce la ricerca di Gupta, Jassi e Krebs (2023) che ha avuto come obiettivo quello di esaminare l’associazioni tra i tre aspetti dell’utilizzo dei social media (frequenza di piattaforme basate su immagini, motivazione e utilizzo attivo o passivo) e i sintomi di dismorfismo corporeo, in un campione non clinico di 209 giovani tra i 16 e i 18 anni. Inoltre, questo studio mirava anche ad esplorare il ruolo del perfezionismo nell’associazione tra frequenza d’uso dei social e sintomi di dismorfismo corporeo.

I risultati della ricerca

I risultati, acquisiti tramite un survey online, hanno mostrato come una maggiore frequenza di utilizzo dei social media era associata a sintomi di dismorfismo corporeo self-reported più elevati. Da notare che questa associazione era specifica per le piattaforme di social media che sono altamente basate sulle immagini (come Instagram e TikTok), in contrapposizione alle piattaforme basate su testo (come Twitter). La motivazione basata sull’apparenza per l’utilizzo dei social media era l’unica motivazione associata in modo univoco ai sintomi di dismorfismo corporeo. Il perfezionismo può amplificare la relazione tra utilizzo dei social media e sintomi di dismorfismo corporeo.

Nel presente studio, inoltre, l’utilizzo dei social media in modo passivo (guardare i contenuti degli altri ma non pubblicare contenuti) era significativamente associata ai sintomi di dismorfismo corporeo, sebbene questa relazione risulta non significativa quando si inseriscono le variabili di età e sesso. Ciò potrebbe implicare che il modo in cui un individuo interagisce con i social media è meno rilevante per quanto riguarda i sintomi di dismorfismo corporeo rispetto alle motivazioni per il loro utilizzo, al tipo di materiale a cui è esposto (materiale basato su immagini) e per quanto tempo.

In conclusione

I risultati di questo studio mostrano come l’utilizzo dei social media e i sintomi di dismorfismo corporeo siano collegati. È ipotizzabile, inoltre, che esista una relazione bidirezionale tra queste variabili: un utilizzo dei social media basato sull’apparenza e motivato dall’apparenza aumenta l’esposizione a ideali estetici irraggiungibili e di conseguenza ha un impatto negativo sui sintomi di dismorfismo corporeo. Allo stesso tempo, quelli con sintomi più elevati e un maggiore aspetto di perfezionismo hanno maggiori probabilità di impegnarsi in un utilizzo dei social media legato all’aspetto, ad esempio facendo confronti sociali verso l’alto e cercando rassicurazioni sul proprio aspetto. Pertanto, si forma un ciclo che si autoalimenta in cui sia i sintomi di dismorfismo corporeo che l’utilizzo dei social media diventano più radicati.

Questa è solo una delle variabili che potenzialmente influenzano i sintomi di dismorfismo corporeo, ma è fondamentale tenerne conto, così da poter identificate misure protettive nei confronti dei giovani, come formare ad un uso più consapevole delle piattaforme e trovare ragioni alternative per l’utilizzo dei social media che non siano focalizzate esclusivamente sull’apparenza e sull’apparire.

Fonte

Gupta M, Jassi A and Krebs G (2023). The association between social media use and body dysmorphic symptoms in young people. Front. Psychol. 14:1231801. doi: 10.3389/fpsyg.2023.1231801