Quel pomeriggio particolare…

Prof. Alberto Grasso, Docente E m e r i t o i n R i a b i l i t a z i o n e Neurologica – Università degli Studi Napoli “Federico II”; Specialista in Malattie Nervose e Mentali; Specialista in Fisiatria; Specialista in Medicina dello Sport

Articolo estratto dal numero speciale di PsicologinewsScientific dedicato ai trenta anni di neuropsicologia in Campania

E’ con grande piacere che ho raccolto l’invito del Dr. Michele Lepore di rievocare quel tempo pionieristico della riabilitazione neuro-motoria che intravidi potesse necessariamente transitare da “Scienza empirica” “ a Scienza basata sulla evidenza della efficacia terapeutica.

Siamo agli inizi degli anni novanta e d i n C l i n i c a N e u r o l o g i c a dell’Università degli Studi di Napoli al Policlinico Federico II – edificio dove lavoravamo io e Dario Grossi, io al quarto Piano in Riabilitazione Neurologica e Dario nel “ corpo b a s s o ” a p i a n o t e r r a i n Neuropsicologia.

La Riabilitazione Neurologica stava e v o l v e n d o s i i n t e r m i n i d i metodologie applicative sofisticate: utilizzavamo infatti, tra i primi in I t a l i a , l ’ E s e r c i z i o Cognitivo Terapeut ico (Per fet t i ) , vincol i muscolo-cutanei (Grasso) per utilizzare la sensibilità cutanea propriocettiva ed esterocettiva quale elemento integrato di innesco “del l ’at to motor io defici tar io” seguendo la Teoria del “Caos Sensoriale” (Kelso).

Lavoravamo a compartimenti stagni ma, essendo amici da anni, spesso ci scambiavamo pareri sulle nostre attività di ricerca clinica in campo neurologico.

Un pomeriggio scesi giù e Dario mi parlò della pubblicazione della TERADIC (con Renato Angelini), una batteria per la riabilitazione della Aprassia Costruttiva che seguiva un approccio strategico innovativo. Trovai la cosa molto interessante ed il modello illustrato nel lavoro mi stuzzicò a proporgli un’applicazione pratica nel recupero funzionale del n e u r o l e s o , c h e r i t e n e v o fondamentale sia come diagnostica c h e c o m e i n d i s p e n s a b i l e implementazione del progetto r iabi l i tat ivo neuromotor io. Far evolvere quindi la Neuropsicologia da speculativa ad applicativa.

Organizzai così un protocollo attuativo presso una clinica riabilitativa ove gli feci trovare una equipe di Psicologi che già lavoravano nel gruppo, che plasmò trasformandoli in Neuropsicologi Riabilitativi.

Con riluttanza prima e, man mano, con sempre più entusiasmo scese dalla “torre eburnea”, come egli ebbe a dire una volta, ed iniziammo a d u p l i c a r e i l p r o t o c o l l o Neuropsicologico cognitivo come parte integrante del Progetto di Recupero Funzionale Neurologico. Quel pomeriggio particolare fu una b e l l a o c c a s i o n e p e r c r e a r e un’evoluzione della Neuropsicologia, un arricchimento personale ed anche della Neuro-riabilitazione. Dieci anni dopo circa sarebbe stato pubblicato il libro “Amnesia e disturbi della cognizione spaziale” con i r i s u l t a t i d i q u e l p e r i o d o d i s p e c u l a z i o n e t e o r i c a e sperimentazione clinica. Rievocare è bello quando si tratta di amicizia e ricerca come in questo caso. Grazie