Il senso di colpa che condiziona l’esistenza
Il senso di colpa è il sentimento, conscio o inconscio, che nasce dal riconoscersi responsabili di una violazione delle regole o di una mancanza.
Se si manifesta in modo coerente con la realtà, il senso di colpa svolge una funzione adattiva ed evolutiva. La consapevolezza di aver compiuto un errore pone le basi per lo sviluppo di un maggiore senso di responsabilità. Rappresenta la capacità della coscienza evoluta di provare disagio per il danno procurato all’altro e tentare di porvi rimedio. In assenza di questa capacità, come accade nel disturbo antisociale di personalità, si possono consolidare pattern di inosservanza e infrazione dei diritti degli altri.
Quando sganciato dalla dimensione oggettiva, il senso di colpa si presenta, invece, sottoforma di un vissuto profondo talvolta privo di spiegazioni. All’estremo, può diventare tanto dilagante da pervadere l’esperienza di sé e del proprio essere al mondo. Ci si può sentire sbagliati a prescindere da ciò che si fa o non si fa ma per come si è. E, anche, per il solo fatto di esistere. Il senso di colpa fa parte di diverse patologie e prende ampio spazio nella depressione. Può collocarsi alla base di alcune condotte criminali, in cui si delinque allo scopo inconscio di farsi punire dalla legge, o di condotte vittimistiche e autolesionistiche, in cui il disprezzo per se stessi può portare a ritenersi meritevoli non solo di punizione ma persino di violenza e morte.
In assenza di cure il senso di colpa patologico è destinato ad un circolo vizioso senza soluzione, poiché non c’è espiazione o riparazione che possa cancellare la colpa innata che la persona vive, i sentimenti autodenigratori che la accompagnano e il vuoto che lascia dentro di sé.
Senso di colpa e vergogna
Il senso di colpa ha in comune con l’emozione della vergogna il rifiuto verso se stessi. Ma, mentre la vergogna tiene la persona bloccata nel conflitto con l’immagine di sé e la porta a temere l’esposizione e a nascondersi, il senso di colpa dirige l’attenzione sul torto arrecato all’altro e sul sentire di meritarne il disprezzo, con le relative conseguenze in termini di perdita di affetto e abbandono.
L’origine del senso di colpa patologico
In psicoterapia della Gestalt, il senso di colpa rappresenta un ostacolo al processo realizzativo. La persona si ritiene riprorevole per ciò che sente e vuole e per parti di sé che vive come inaccettabili. Il senso di colpa risulta connesso ad un forte doverismo interno e ad un ampio divario tra la percezione che si ha di se stessi e il proprio ideale. Entrambi gli aspetti si costruiscono durante l’infanzia, sulla base di messaggi genitoriali, verbali e non verbali, che svalutano l’espressione autentica della personalità e spingono verso modelli da imitare. Secondo Perls: “Un individuo sano agisce responsabilmente secondo ciò che è, e non secondo ciò cui dovrebbe assomigliare”.
All’origine, il senso di colpa si struttura quando il bambino, nell’esprimere le proprie emozioni e i propri bisogni, avverte il pericolo di perdere l’amore dei propri genitori. In alcuni casi, corrisponde ad un ritiro nella difesa onnipotente che offre una rassicurazione, illusoria, di controllo sulla realtà. Sentendosi abbandonato o trascurato, o vedendo mamma e papà litigare, ad esempio, il bambino può convincersi che sia tutta colpa sua. Non di rado, può farsi carico della sofferenza dei propri genitori e sentirsi in colpa se gioisce, se piange o se si allontana da loro.
Le ingiunzioni ed il senso di colpa esistenziale
Per un sano sviluppo del sé è fondamentale da bambini sentirsi accolti e amati. Visti e riconosciuti nella propria individualità, con tutte le proprie parti. Se, al contrario, si riceve il divieto di essere come si è, in termini analitico-transazionali una ingiunzione del tipo “non essere te stesso”, ci si inizierà a sentire inadeguati e sbagliati e il senso di colpa che ne conseguirà andrà a condizionare la libera espressione di se stessi. Più spesso, ad essere proibita è una specifica esperienza di sé e della vita. Ad esempio, un “non essere intimo” o un “non essere importante” caricheranno di sentimenti di colpa i bisogni di intimità e autorealizzazione con conseguenti blocchi in queste aree. Esiti più gravi sul piano della salute possono insorgere con l’ingiunzione “non esistere”, quando l’ambiente invia messaggi che minano il valore della propria stessa esistenza.
Liberarsi dal senso di colpa
Il lavoro sul senso di colpa è innanzitutto un lavoro di riconoscimento e accettazione di sé. Di differenziazione dalle proprie figure genitoriali e dai messaggi svalutanti ricevuti. Si tratta di un percorso di ristrutturazione della personalità volto a rimuovere gli ostacoli che impediscono la libera espressione di sé. Liberarsi dal senso di colpa significa lasciare andare i “devi” e i “non” ricevuti, darsi il permesso di essere come si è. Guardare alla propria storia e alle proprie ferite e alla impossibilità di cambiare ciò che è stato, per poterlo salutare dentro di sé. Dare volto e voce alla rabbia che distrugge dall’interno. Incontrare il dolore. Accogliere l’impotenza di fronte ai propri limiti. Rinunciare ad avere un potere su ciò che dipende solo dall’esterno per occuparsi di ciò che invece è in proprio potere: dalla colpa alla responsabilità.