Si fa presto ad “agire” violenza: il fenomeno delle baby gang…

La violenza come esito dei fenomeni di devianza

Con il termine “baby gang”si intende un fenomeno di microcriminalità organizzata. Si tratta di una forma di devianza che negli ultimi mesi è oggetto di una crescente attenzione mediatica. Il concetto di devianza, introdotto negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’30 dello scorso secolo, si inscrive all’interno della tradizione culturale del funzionalismo che, assumendo un consenso su un sistema normativo e valoriale riconosciuto come fondante in uno specifico
momento storico-culturale, indica le condotte che violano tali norme. Con delinquenza ci si riferisce invece, nello specifico, alla messa in atto di condotte penalmente rilevanti, in cui ad essere infrante sono norme giuridiche.
Lo studio delle relazioni tra comunità e delinquenza minorile ha conosciuto un notevole incremento in questi anni, con particolare interesse per l’influenza delle caratteristiche del vicinato o quartiere, inteso come neighbourhood, sullo sviluppo degli adolescenti (Leventhal& Brooks-Gunn, 2004).

Come si misurano gli effetti?

Per studiare gli effetti del funzionamento del vicinato sul coinvolgimento degli adolescenti in attività devianti o criminose, numerosi sono i ricercatori che operano una distinzione tra struttura del vicinato e processi sociali del vicinato. La struttura del vicinato fa riferimento a caratteristiche sociodemografiche o compositive delle comunità (ad esempio, tasso di occupazione, disponibilità di parchi e aree ricreative, densità di negozi, etc.); i processi sociali di vicinato si riferiscono, invece, all’organizzazione sociale della comunità (es. connessioni sociali tra vicini) e
vengono generalmente valutati sulla base della percezione dei residenti del funzionamento delle comunità. Negli ultimi anni, molti studi hanno iniziato ad indagare i potenziali meccanismi attraverso i quali le comunità influirebbero sulla delinquenza giovanile. Tali studi sono stati condotti allo scopo di colmare il gap presente in letteratura in ragione di ricerche che hanno mostrato che le caratteristiche del quartiere sono in grado di spiegare solo una piccola parte della varianza complessiva dei comportamenti delinquenziali in adolescenza. Due sono i set di modelli che nell’ultimo periodo hanno ricevuto un’attenzione significativa:

  • il primo, tributario delle teorie dello stress familiare (Conger, Ge, Elder, Lorenz, &Simons, 1994; McLoyd, 1990),suggerisce che il legame tra caratteristiche svantaggiose del vicinato ed esiti delinquenziali nei giovani è mediato dai comportamenti dei genitori (es. supervisione) e dalle caratteristiche dell’ambiente familiare (es. difficoltà economiche);
  • il secondo ipotizza che la relazione è ampiamente mediata da norme e attività del gruppo dei pari (es.
    livello di atteggiamenti e attività devianti).

Il fenomeno nell’hinterland napoletano

Il fenomeno delle “baby gang” a Napoli rappresenta negli ultimi tempi un argomento ampiamente dibattuto ma per poterlo affrontare in maniera corretta è opportuno considerare il fatto che non sia così recente tanto quanto così il dibattito sulle misure da adottare per prevenirlo e contrastarlo. L’elemento che potremmo definire in aumento è quello delle aggressioni compiute senza un apparente motivo ed è proprio l’imprevedibilità che ne rende difficile la circoscrizione. Inoltre, attualmente non esiste una zona o un quartiere particolarmente a rischio rispetto ad altri e non esiste un disegno criminale organizzato alle spalle. Infatti, per affrontare il tema delle baby gang è di fondamentale importanza, distinguere tra gruppi di ragazzini autonomi e quelli che invece fanno capo alla criminalità organizzata. Volendo analizzare quelli che potrebbero essere i retroscena, il terreno fertile in cui nascono e si sviluppano questi gruppi di “violenti ragazzini”, indubbiamente bisogna considerare l’ambiente familiare e scolastico. Si tratta quasi sempre di giovanissimi con particolari vissuti o carenze affettive, con condotta deviante che quindi godono di maggiori libertà e minori restrizioni; parliamo perciò di inadeguatezza della vita familiare, ovvero la noncuranza e di fallimento dei valori. La causa non è mai unica, ma una base comune è sicuramente rappresentata
dall’assenza delle funzioni genitoriali. Non è necessario appartenere ad una famiglia “malavitosa”, basta essere esposti ad altre forme di violenza o di deprivazione precoce. A ciò va aggiunta l’aggravante della dispersione scolastica, dell’abbandono in giovanissima età della scuola da parte di questi ragazzi.

Bibliografia

  • Beyers JM, Bates JE, Petit GS, Dodge KA. Neighborhood structure, parenting processes, and the development of youths’ externalizing behaviors: A multilevel analysis. American Journal of Community Psychology2003;31:33–53.
  • Brown, B. Adolescents’ relationships with peers. In: Lerner, R.; Steinberg, L., editors. Handbook of Adolescent psychology.
  • Neighborhood influences. In: Lerner, RM.; Steinberg, L., editors. Handbook of adolescent psychology. Vol. 2. Hoboken, NJ: Wiley; 2004.
  • Palmonari A, Psicologia dell’Adolescenza, 2011.

Sitografia

https://www.vice.com/it/article/j5v9dy/baby-gang-di-napoli