Sostenere la genitorialità nella sua complessità: racconto di un’esperienza di un corso di sostegno alla genitorialità

di Barbara Casella

da Psicologinews Scientific

genitorialità

La famiglia è il primo luogo in cui cresce e si sviluppa l’essere umano. Una relazione soddisfacente tra genitori e figli diviene, pertanto, di fondamentale importanza per una crescita armonica dell’individuo. Non è scontato che la relazione genitore-figlio si sviluppi con naturale facilità, in quanto essere genitori ed educare è un compito molto complesso, che si modifica durante tutto l’arco della vita in base allo sviluppo psico-fisico di ogni componente della famiglia ed è influenzato da fattori di diversa natura.

La famiglia segue nel corso degli anni un processo evolutivo, passando da una fase all’altra e con una continua ristrutturazione dei rapporti tra i membri. Gli eventi evolutivi che accompagnano ogni f a m i g l i a , comportano d e i cambiamenti nell’organizzazione del sistema familiare e nelle relazioni interpersonali. Quando le vecchie modalità relazionali non sono più idonee, bisogna sperimentarne nuove, più funzionali e adeguate alla fase del ciclo di vita che la famiglia sta attraversando.

Nella rappresentazione della famiglia come un sistema vivo in continuo movimento e in evoluzione, si evidenzia la complessità del ruolo genitoriale. Oggi, la famiglia si trova costantemente sottoposta ad un doppio messaggio: da un lato si ribadisce il suo ruolo centrale, vista come pilastro fondamentale della società; dall’altro vede fortemente ridotto lo spazio e l’efficacia della sua azione educativa. I genitori si sentono sempre più messi alla prova, sottoposti alla concorrenzialità dei mass-media e, soprattutto, dei social. Il fascino di stili di vita patinati, l’attrattiva di nuovi modelli culturali e il carente riconoscimento sociale del ruolo genitoriale, favoriscono nei genitori un maggior numero di incertezze e una poca consapevolezza delle proprie capacità educative.

Essere genitori è un compito complesso, non esistono linee guida o certezze infallibili, anzi è un ruolo in continuo mutamento tutt’altro che statico, che dovrebbe avere la capacità dinamica di rivedere continuamente i l proprio stile educativo, affrontando in modo funzionale i cambiamenti messi in campo dal sistema familiare. La genitorialità incorpora in sé, sia aspetti individuali relativi alla rappresentazione, più o meno consapevole, di come un genitore debba essere e, sia aspetti di coppia, ossia della modalità relazionale che i partner condividono nell’assolvere questo specifico compito. Questa c o m p l e s s i t à , ben r a p p r e s e n t a l’impossibilità di confinare la genitorialità solo nell’evento biologico della nascita. Diventare genitori comporta significativi cambiamenti individuali e relazionali che evolveranno lungo tutto il ciclo vitale degli individui coinvolti. Non si può essere genitori sempre allo stesso modo, perché sarà necessario assolvere impegni differenti e adottare modalità comunicative e interattive diverse secondo l’età dei figli. Un approccio relazionale funzionale, o uno stile comunicativo efficace attuato con un bambino di sei anni, non potrà rimanere invariato dinanzi ad un ragazzino di quindici anni.

La consapevolezza dell’importanza e della complessità del ruolo genitoriale ha sviluppato e consolidato sempre di più l’idea di sostenere la genitorialità. La formazione dei genitori è ritenuta un prezioso strumento di prevenzione primaria, in quanto il potenziamento delle capacità genitoriali divengono indispensabili per gestire situazioni educative quotidiane. I percorsi di sostegno alla genitorialità non sono d e s t i n a t i a f a m i g l i e d e fi n i t e “problematiche” ma può essere un cammino utile a tutti i genitori per migliorare la relazione con i figli, la consapevolezza del proprio ruolo, le dinamiche familiari e la crescita di ogni membro della famiglia.

Da circa quarant’anni gli interventi in educazione parentale si sono moltiplicati nella maggior parte dei paesi occidentali. In Italia, a partire dagli anni sessanta è avvenuta la diffusione delle scuole dei genitori, attuate da varie istituzioni cattoliche. Questa evoluzione si è avuta per un ventennio, con un successivo affievolimento negli anni ottanta. Dopo questo calo d’interesse, negli anni novanta entra nel mondo dei servizi alla persona il concetto di “sostegno alla genitorialità”, che sostituisce quello, ormai obsoleto, di “educazione dei genitori”. Questo nuovo approccio è meno legato alle istituzioni cattoliche ed è più aperto e centrato sulla persona. L’obiet t ivo principale è quel lo di aumentare le abilità educative dei genitori e i l loro sentimento di competenza, al fine di accompagnare la crescita dei propri figli.

I percorsi psicologici di sostegno alla genitorialità hanno lo scopo di rafforzare la relazione genitori-figli, puntando sulla consapevolezza del compito di ciascun genitore. E’ importante promuovere in modo parallelo la conoscenza delle competenze g e n i t o r i a l i e i l riconoscimento della singolarità del figlio, identificandolo come parte staccata da sé, separata, differente, fuori dal proprio campo personale. La premessa genitoriale spesso è alterata dalla convinzione che avendo messo al mondo un figlio, lo si conosce meglio di chiunque altro. E’ necessario favorire, invece, una diversa conoscenza del figlio, indirizzando i genitori a non ritenere la prole come un proprio prolungamento ma guardare un figlio come una persona con una propria individualità. Se il riconoscimento dell’altro non avviene, non si dà vita all’incontro e la possibilità di creare uno scambio relazionale è limitata, o può divenire disfunzionale.

La curiosità e la conoscenza verso la persona che si ha di fronte, nel suo modo di comunicare, di esprimere bisogni, paure, rende possibile ripensare a nuove modalità di approccio e confronto con i propri figli. Il sostegno alla genitorialità permette di rinforzare le risorse di ciascun genitore, in modo che ognuno impari ad utilizzarle in autonomia nel proprio sistema familiare. Questo lavoro mira ad aiutare le famiglie a gestire autonomamente i problemi che la vita quotidiana comporta e di ottenere una migliore qualità della vita per tutti i suoi membri e, di conseguenza, per tutta la società. Ambienti relazionali positivi e f a c i l i t a n t i lo scambio interpersonale, possono far sentire i soggetti coinvolti maggiormente ascoltati, accolti e guidati in un processo di crescita personale ed interpersonale.

Nel sostenere i genitori è importante approfondire le rappresentazioni interne dei propri genitori, che influiscono sul proprio modo di essere padre/madre, perché la relazione con la famiglia d’origine è inevitabilmente rievocata, accompagnata da risorse e anche da angosce. Il ciclo vitale di una famiglia riguarda più generazioni, poiché gli atteggiamenti, le credenze e i miti, trasmessi da una generazione all’altra, si incrociano, sommandosi o scontrandosi con quelli della famiglia nucleare. Ad ogni tappa del ciclo vitale, nei compiti evolutivi, sono coinvolte almeno tre generazioni, pertanto è stata evidenziata l’importanza d e l l a dimens ione trigenerazionale: i genitori, i nonni, i figli. Già alla nascita di un nuovo nucleo familiare, la neo coppia ha un passato che, non è solo costituito dagli eventi vissuti insieme da fidanzati, ma è caratterizzato anche dall’intersezione delle due storie familiari. D’altra parte, ogni nucleo familiare ha un presente dettato dalla vita quotidiana, su cui pone aspettative, programmi, desideri e scadenze, cioè le basi per una vita futura.

Un esempio funzionale di un corso di sostegno alla genitorialità, che sto seguendo, si svolge nell’ambito del progetto: “LE4C. Connessione. Crescita inclusiva. Cura. Capitale umano a Casalnuovo di Napoli”, nato per fronteggiare il disagio economico, sociale e familiare. Lo scopo del progetto è quello di mettere in campo risorse utili alla costruzione di una rete che faccia da supporto alle famiglie in difficoltà presenti sul territorio. In particolare, il corso di sostegno alla genitorialità, a cui partecipo in qualità di docente di psicologia, è un corso multidisciplinare che offre ai genitori l’opportunità di seguire lezioni di psicologia, diritto, pedagogia e di yoga. Questo corso è arrivato alla sua quarta edizione, in quanto la relazione funzionale nata dal lavoro congiunto dei genitori e docenti, ha fatto emergere e confermato negli anni l’esigenza di riproporlo.

Fin dal primo anno un’attenta analisi del contesto e della domanda ha permesso di evidenziare le diverse esigenze delle partecipanti. Il gruppo è composto solo da donne, alcune presenti dal primo anno e altre si sono aggiunte nel tempo.

E’ un gruppo eterogeneo, in quanto ci sono mamme di figli di diverse età e, quindi, in differenti fasi del ciclo di vita; inoltre, ci sono partecipanti di diversa provenienza geografica (Burkina Faso, Algeria, Marocco). Tali diversità hanno permesso alle partecipanti di confrontarsi e di riconoscersi per somiglianze e differenze in molte esperienze e pensieri c o n d i v i s i , c o n u n c o n s e g u e n t e arricchimento personale e sociale. In un corso di sostegno alla genitorialità si invitano i partecipanti ad accogliere in modo autocritico il loro sapere e le loro pratiche educative. In questo modo il confronto e la discussione di valori e scelte, atteggiamenti e comportamenti dei figli e verso i figli, offrono un contributo rilevante per la promozione delle relazioni familiari e sociali. È importante offrire momenti e incontri di scambio perché i genitori possano confrontare la loro esperienza, a p p r o f o n d i r e e s p e r i m e n t a r e metodologie concrete e attive nella relazione con i figli.

Il suddetto corso di sostegno alla genitorialità è stato caratterizzato da nozioni teoriche e attività pratiche, allo scopo di consolidare l’identità di gruppo; un lavoro combinato che ogni anno ha portato ad una restituzione finale con la partecipazione attiva delle aderenti. Il primo anno, ad esempio, alla fine del corso è stata messa in atto una rappresentazione teatrale di una storia inventata dal gruppo seguendo la tecnica del binomio fantastico di Gianni Rodari. In quest’occasione le partecipanti si sono messe in gioco: ognuna di loro ha dato il proprio contributo specifico, godendo insieme dei momenti di confronto e di quelli ludici. Tale attività ha permesso al gruppo di maturare una maggior coesione, di vivere il corso come uno spazio per se stesse singolarmente e da condividere con altre donne. Le signore hanno scoperto una voglia di fare e la possibilità di ritagliarsi uno spazio per sé, senza la sensazione di togliere tempo e risorse alla propria famiglia. Infatti, l’idea stereotipata della maggior parte del gruppo era la necessità di tener separato il ruolo di madre, che in alcuni casi assumeva un aspetto sacrificale, da quello di moglie con la mansione di accudire e sostenere il marito in tutto, da quello di donna, ruolo messo in disparte per il bene familiare.

Il tallone d’Achille di questo corso di sostegno alla genitorialità è stato l’assenza di partecipanti uomini, poiché non si è avuta la possibilità di un confronto con genitori dell’altro sesso. La difficoltà maggiore è stata quella di valorizzare e rinforzare il ruolo materno e non visionarlo in contrapposizione a q u e l l o p a t e r n o , e v i t a n d o c o s ì schieramenti totalizzanti e improduttivi. Si è puntato, invece, sul dare un nuovo spazio e una nuova rappresentazione dell’essere madre, esaltandone le peculiarità e cercando di abbandonare i preconcetti di onnipotenza che spesso possono accompagnare l ‘ i d e a dell’essere madre. Mettere in luce le differenze tra il padre e la madre, mettere le une accanto alle altre, non può che rafforzare la relazione genitoriale. Il riconoscimento dell’altro dovrebbe avvenire già nella coppia genitoriale e di conseguenza con il figlio, facilitando così modalità relazionali funzionali per ogni individuo e per ciascun sistema familiare.

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