Violenza di genere, giovani e ricerca psicologica

La ricerca in psicologia ha evidenziato sia la prevalenza della violenza di genere tra i giovani di tutto il mondo sia l’impatto negativo che essa ha sulla salute mentale e fisica delle vittime. Nell’ultimo periodo, episodi di cronaca hanno spostato l’attenzione sempre più sulla violenza sulle donne e sulle giovani ragazze messe in atto da uomini giovani, anzi giovanissimi. Diventa così ancora più urgente analizzare e comprendere il fenomeno, al fine di intervenire in maniera efficace e mettere in atto interventi effettivi e sistematici. 

Dati e obiettivi riguardo la violenza di genere

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite in relazione allo sviluppo sostenibile ha condiviso 17 obiettivi fondamentali per promuovere lo sviluppo e proteggere il pianeta. Uno di questi obiettivi, il numero cinque, si concentra sull’uguaglianza di genere e uno degli aspetti principali per raggiungere l’obiettivo è prevenire la violenza di genere. Nel report del 2023 viene riportato come “negli ultimi vent’anni, nonostante la crescente consapevolezza globale e le prove sull’efficacia delle strategie di prevenzione, i progressi nella riduzione della violenza sulle donne e le ragazze negli ultimi due decenni sono stati inadeguati. A livello globale, nel 2000, il 35% delle donne in una relazione con un partner, di età compresa tra i 15 e i 49 anni, aveva subito violenza fisica e/o sessuale da parte di un partner o ex partner maschio nel corso della propria vita, mentre il 16% aveva subito questa forma di violenza negli ultimi 12 mesi. Nel 2018, queste cifre erano scese al 31% delle donne per la prevalenza una tantum e al 13% per la prevalenza nell’ultimo anno, ma rimane il dato che una donna su cinque tra i 15 e i 49 anni ha subito violenza fisica o sessuale da parte del proprio partner e che sono attualmente 49 i Paesi in cui non esiste una legge che tutela le donne da questo tipo di violenza. Inoltre, negli ultimi anni, le prove esistenti suggeriscono che la violenza contro le donne è stata esacerbata dalla pandemia”. È quindi un problema reale e quanto mai urgente. Il superamento della violenza di genere è una preoccupazione sociale globale che richiede soluzioni immediate ed efficaci.

La ricerca psicologica riguardo la violenza sulle donne

La ricerca in psicologia è stata e continua ad essere fondamentale per aiutarci ad affrontare la violenza di genere in tutto il mondo, in termini di stabilirne la prevalenza e sviluppare interventi di prevenzione. Grazie alle prove fornite dalla ricerca psicologica, sappiamo che la violenza di genere è un problema globale (Divisione Statistica delle Nazioni Unite, 2015) che colpisce donne di età diverse, provenienti da tutti i contesti socio-economici; inoltre, avviene sia nei rapporti stabili che in quelli sporadici. Uno dei primi studi che ha analizzato i dati sulla prevalenza della violenza da parte di un partner (intimate partner violence, IPV) su un campione di adolescenti e giovani donne in nove paesi, ha rilevato che le giovani donne hanno un rischio maggiore di subire IPV rispetto alle donne più anziane (Stöckl et al., 2014). L’entità di questo problema negli adolescenti è considerata allarmante. 

A livello psicologico, la ricerca ha riportato un rischio più elevato che le donne vittime di violenza manifestino sintomi di depressione, ansia e ideazione suicidaria, tra gli altri disturbi. Tra le conseguenze più comuni in termini di disturbi o problematiche comportamentali si riscontrano comportamenti non salutari come l’abuso di tabacco, droghe e alcol o lo sviluppo di disturbi alimentari (Racionero-Plaza et al., 2020). 

La ricerca è stata fondamentale anche nel sottolineare i fattori di rischio correlati ad una maggiore possibilità di essere vittima di violenza di genere, come l’influenza dei pari, l’abuso di sostanze, l’adattamento psicologico e l’atteggiamento nei confronti della violenza. Altre ricerche interdisciplinari hanno dimostrato come la socializzazione che avviene attorno ad un discorso coercitivo dominante secondo cui i maschi con atteggiamenti e comportamenti violenti sono presentati come sessualmente più attraenti, è anche una delle cause della violenza di genere tra gli adolescenti. Tale discorso coercitivo dominante è ampiamente diffuso dai media, dai gruppi di pari e da altri agenti di socializzazione (Stöckl et al., 2014). Tuttavia, nuove interazioni ed esperienze sociali possono portare verso l’apprendimento di nuovi modelli di attrazione in grado di indebolire il legame tra violenza e attrattiva e lo sviluppo di nuovi modelli mentali e affettivi in cui l’attrazione è associata al dialogo e al rispetto (Racionero-Plaza et al., 2020).

Gli interventi preventivi, per essere più efficaci, devono aver luogo negli ambienti di socializzazione degli adolescenti, soprattutto la scuola e la comunità, devono coinvolgere adulti che hanno un ruolo chiave nella loro crescita, come insegnanti, genitori o altri membri della comunità. Poiché “la responsabilità di combattere la violenza contro le donne è collettiva, anche la risposta deve essere collettiva” (Wagner e Magnusson, 2005). Pertanto, durante l’infanzia e l’adolescenza, i contesti educativi sono spazi ideali in cui agire preventivamente.

La ricerca in psicologia ha mostrato come l’adolescenza sia lo stadio di sviluppo in cui risulta più efficace un lavoro preventivo sulla violenza di genere. L’adolescenza e la preadolescenza rappresentano il periodo in cui si stabiliscono le prime relazioni affettive e quelle prime esperienze diventeranno la base per il successivo sviluppo di relazioni sane o meno. Inoltre, è nell’adolescenza che la differenziazione dei ruoli di genere si rafforza, modificando il modo di agire nei confronti dell’altro sesso e nelle relazioni. Proprio per questi motivi, interventi destinati ad adolescenti rappresentano una grande opportunità per lavorare sulla promozione di atteggiamenti volti a prevenire la violenza di genere (Racionero-Plaza et al., 2020).

I programmi preventivi che intervengono su come i giovani agiscono nei confronti della violenza di genere e comprendono il fenomeno devono diventare una priorità a livello educativo, sociale e culturale. Sono necessari interventi relativi all’educazione all’affettività, alla comprensione e alla valorizzazione della diversità, all’inclusione, all’accettazione e alla comprensione dell’altro. Tutto ciò con il fine di fornire strumenti che consentano ai giovani di essere più critici nei confronti della violenza e di comprenderne conseguenze e ricadute su di sé, sugli altri e sulla società tutta.

Bibliografia

United Nations: Gender equality and women’s empowerment

https://unstats.un.org/sdgs/report/2023/The-Sustainable-Development-Goals-Report-2023.pdf

United Nations Statistics Division (2015). World’s Women 2015. Trends and Statics. New York, NY: United Nations Statistics Division.

Racionero-Plaza S, Ugalde L, Merodio G and Gutiérrez-Fernández N (2020) “Architects of Their Own Brain.” Social Impact of an Intervention Study for the Prevention of Gender-Based Violence in Adolescence. Front. Psychol. 10:3070. doi: 10.3389/fpsyg.2019.03070

Stöckl, H., March, L., Pallitto, C., and Garcia-Moreno, C. (2014). Intimate partner violence among adolescents and young women: prevalence and associated factors in nine countries: a cross-sectional study. BMC Public Health 14, 751–765. doi: 10.1186/1471-2458-14-751

Wagner, A., and Magnusson, J. L. (2005). Neglected realities: exploring the impact of women’s experiences of violence on learning in sites of higher education. Gender Educ. 17, 449–461. doi: 10.1080/0954025050014 5189