La coppia adottiva: famiglia…in divenire
Adozione e affido non sono forme nuove di fare famiglia. Da sempre hanno rappresentato una risposta al bisogno sociale di “cura” dei bambini privi di un contesto familiare adeguato ed al tempo stesso una espressione del desiderio “generativo” delle famiglie. Sono forme che consentono di mettere in luce alcuni elementi costitutivi del familiare, essenziali oggi per riflettere sul vero significato dell’esser genitori e dell’esser figli. Tutto questo sottintende che l’adozione scaturisce da una “doppia ferita”, quella della fecondità mancata della coppia e quella connessa invece all’abbandono del bambino.
Cosa vuol dire nello specifico diventare genitori adottivi?
All’inizio della sua storia, la coppia adottiva è impegnata a costruire la propria identità. E’ un processo attraversato da profonde crisi. L’impossibilità di generare un figlio impone in qualche modo la separazione da un progetto desiderato, dall’immagine che ci si era fatti del proprio bambino e dall’immagine di sé (Gambini, 2007).
La scelta adottiva giunge quasi sempre al culmine di un processo che porta la coppia a “gettare la spugna”, a seguito di numerosi tentativi di una generatività “naturale”. Tale scelta però, non deve essere il prodotto della negazione di sofferenza e tanto meno una scelta dettata dalla logica del “ripiego”. Non bisogna, dunque, cercare nel figlio adottivo un surrogato di quello biologico. L’adozione, è intesa come un vero e proprio “atto creativo”, nel senso che genera un nuovo legame. Divenire genitori adottivi significa collocare in qualche modo la nascita di un figlio in uno spazio che si discosta da quello “usuale” e fisico e porla in una “astrazione” psichica dove si “ri-nasce” partendo da un coinvolgimento per lo più emotivo (Galli-Viero, 2006).
Cosa accade alla coppia?
La coppia adottiva è chiamata ad adattarsi al cambiamento che si genera rispetto alla genitorialità stessa. Inoltre, a seguito dell’abbinamento del minore la coppia è tenuta ad adottare un ulteriore cambiamento rispetto allo “spazio” da riservare al proprio figlio finora soltanto immaginato, adesso reale e presente. In tal senso, appare necessario l’intervento da parte dei servizi i quali operano una vera e propria formazione attraverso equipe multidisciplinari atte a fornire strumenti di supporto all’educazione del minore. In particolare bisogna tenere presente che la genitorilità non è “innata” ma può e deve essere appresa attraverso logiche di fluidità e dinamicità. La famiglia adottiva nasce da un incontro di due biografie che si impegnano nell’accogliere reciprocamente le proprie storie.
Conclusioni
Se è vero che l’adozione è un processo complesso e puntualmente in divenire, è altrettanto vero che la dimensione adottiva non è temporanea ma definitiva, ragion per cui l’obiettivo principale è quello di creare una famiglia senza “etichette” e senza confini.
Bibliografia
- Bastianoni P., Turino A. (2007), Famiglie e genitorialità oggi. Nuovi significati e prospettive, Milano, Unicopoli.
- D’Andrea A. (2000) Itempi dell’attesa. Come vivono l’adozione il bambino, la coppia, gli operatori, Milano, Franco Angeli.
- Gambini P. (2007), Psicologi della famiglia, Milano, Franco Angeli.
- Lucariello S. (2008), Portato da una cometa: il viaggio dall’adozione, Napoli, Guida.
- Paradiso L. (2015) Prepararsi all’adozione: le informazioni, le leggi, il percorso formativo personale e di coppia per adottare un bambini, Milano, Unicopoli.