Adolescenti e social networks: l’esposizione prolungata modifica il cervello

Nella società odierna i social networks si sono progressivamente sostituiti ai tradizionali canali di comunicazione, dando vita a nuovi modelli relazionali. Per la prima volta un semplice strumento riesce a modificare abitudini e schemi comportamentali già consolidati. Abbiamo analizzato nei precedenti articoli gli effetti di internet e dei social networks sul comportamento umano; le ripercussioni sulla salute mentale e infine i nuovi disturbi che ne derivano.

Gli adolescenti sono i più suggestionabili: l’esposizione continua e prolungata ai social networks incide significativamente sul loro sviluppo cognitivo, modificando il loro cervello.

Una recentissima ricerca pubblicata su JAMA Pediatrics, condotta su ragazzi di differenti etnie ed età compresa tra i 12 ed i 15 anni, dimostra come l’utilizzo assiduo dei social networks riesca a manipolare il cervello degli adolescenti, alterandone il funzionamento.
Lo studio si focalizza soprattutto sulla componente relazionale dei giovani, indagando la correlazione tra frequenza di utilizzo dei social e bisogno di approvazione sociale. Dai risultati emerge che gli assidui frequentatori dei social networks presentano una maggiore sensibilità al giudizio del gruppo dei pari, fino a sviluppare una dipendenza dalla loro approvazione.

Il feedback ricevuto dai propri coetanei innesca un’attenzione sempre maggiore alla ricerca di consensi, all’approvazione sociale, al desiderio di essere non solo accettati, ma ammirati. Da una prospettiva clinica sono stati osservati dei cambiamenti in tre aree cerebrali: la corteccia prefrontale, responsabile del controllo delle proprie azioni; le aree che analizzano gli stimoli più rilevanti provenienti dall’ambiente; e infine i circuiti di ricompensa.

Tuttavia non è ancora chiaro se questa estrema reattività sia frutto di un processo adattativo che andrà consolidandosi nel corso degli anni, oppure se rappresenta una minaccia: una fonte di stress che può degenerare in ansia sociale e depressione.