AMORES

Continuiamo in questo nuovo articolo il discorso avviato in: “C’è bisogno di AMORES” e approfondiamo qui il concetto di teoria della mente e di come l’utilizzo del nostro dispositivo Amores possa essere utile nel caso di bambini con disturbo dello spettro autistico.

Ricordiamo che Amores è un acronimo che sta ad indicare, in breve: un Attivatore e Modulatore dello Schema Corporeo, messo appunto dal gruppo di lavoro Poliscreativa, è un sensore a infrarossi che riconosce i principali movimenti articolari (testa, braccia, bacino e gambe) e li trasmette a un comune PC come un’immagine dinamica che poi riproduce sullo schermo una sottile silhouette. Sottolineiamo anche in questo nuovo articolo che lo schema corporeo messo qui in gioco è: creativo, condiviso ed amplificato.

Ora qualche cenno storico sul concetto di teoria della mente, erano gli anni ’70 quando Premack e Woodruff, introdussero questo concetto con uno studio in cui richiamarono l’attenzione sul dato che gli individui sono regolati, nelle loro interazioni con gli altri, da una Teoria della Mente (ToM, dall’inglese Theory of Mind), ovvero da un sistema di interferenze che permette di attribuire a se stessi e ai conspecifici degli stati mentali, e in particolare di spiegare e predire i comportamenti altrui anche quando devono essere ricondotti a credenze diverse dalle proprie.

Secondo numerose ricerche riguardanti i disturbi dello spettro autistico, ci sarebbe proprio un’incapacità a concepire adeguatamente questa mappa delle possibili risposte in relazione alle possibili domande definita “teoria delle mente”, tra le caratteristiche più pregnanti di questa sindrome.

Tornando ad Amores e al suo utilizzo con bambini autistici, Amores stimola, sia pure in un clima di gioco, per nulla impositivo ed assai graduale, a fare maggiore attenzione contemporaneamente sia ai propri movimenti che alla risposta altrui, dovendo inevitabilmente memorizzare questi dati e tenerne conto per poter determinare l’effetto desiderato.

Amores, stimola quindi ad elaborare delle teorie della mente, sia pure semplicissime e non verbalizzabili che comunque, proprio per queste caratteristiche, permettono a quei bambini di ripercorrere le tappe del loro sviluppo che sono state deficitarie.

Le procedure di utilizzazione di Amores non prevedono mai il contatto fisico tra i partecipanti ai nostri percorsi perché, come abbiamo modo di constatare costantemente, uguale efficacia la si può ottenere anche coinvolgendo solamente i canali visivi e acustici così come i neuroni specchio ci suggeriscono. Questo aspetto si mostra particolarmente congeniale per l’utilizzo del dispositivo con alcuni tipi di autismo.

Quello che noi facciamo, semplicemente, è creare un contesto nel quale il soggetto si senta accolto e al sicuro, questo farà sì che le sue difese più rigide e magari attivate in situazioni di pericolo precedentemente vissute, gradatamente si allentino. A questo punto sarà possibile che la persona sia in grado di riconfigurare il suo assetto difensivo secondo modalità meno dettate dall’urgenza e dall’ansia e pertanto più funzionali e adattative.

In altri termini, il dispositivo Amores non si basa sulla necessità di una presa di coscienza degli aspetti più problematici delle nostre vite, ma soprattutto sul creare le condizioni ottimali per attivare quegli aspetti autoriparativi che almeno potenzialmente sono sempre presenti in ognuno di noi e che per funzionare non hanno sempre e soltanto bisogno di rendersi del tutto consapevoli e verbalizzabili.

Nei bambini autistici quello che osserviamo è di enorme interesse e veramente ci fa ben sperare che Amores possa avere degli effetti anche a lungo termine per meglio essere in grado di elaborare anche ben più complesse teorie della mente altrui.