Fragilità emotiva e aspetti patologici

La fragilità emotiva può assumere forme patologiche fino a manifestarsi con una perdita del senso di interezza di sé.

Fragilità e vulnerabilità

La parola “fragilità” deriva dal latino “frangere” che vuol dire rompere, mandare in pezzi. La fragilità è spesso associata alla vulnerabilità. In una quota, fragilità e vulnerabilità fanno entrambe parte della natura dell’essere umano. Possono aumentare in concomitanza di passaggi significativi ed eventi traumatici. Ma mentre la vulnerabilità indica la possibilità di essere feriti, la fragilità ha più a che fare con il rischio di rottura e richiede generalmente maggiore attenzione. La vulnerabilità è più vicina alla sensibilità. Siamo vulnerabili quando le esperienze che viviamo risuonano nel profondo del nostro animo e quando ci apriamo alle relazioni e diventiamo intimi, vibrando insieme all’altro. La fragilità emotiva, invece, appartiene di più ad una difficoltà nel sostenere le emozioni e ad una perdita di equilibrio che segnala la necessità di proteggere l’integrità del sé.

La fragilità come campanello di allarme per la salute

Quanto più si è fragili emotivamente tanto più può emergere la sensazione di andare in pezzi. Il rischio patologico è correlato alla presenza di una struttura instabile, non in grado di rimanere compatta e reggere di fronte alle esperienze della vita. Nella maggior parte dei casi, la fragilità emotiva rientra in una più ampia fragilità psicologica. Alla base vi sono convinzioni limitanti o distorte su di sé, sugli altri e sul mondo che, ad un livello spesso inconsapevole, condizionano fortemente la persona.

“Se l’altro non mi desidera non valgo niente”, “gli altri non mi capiranno mai”, “il mondo è pericoloso”, “non posso fidarmi di nessuno”, “esisto solo per come gli altri mi riconoscono”, “sono tutti migliori di me”, “devo dimostrare di essere migliore degli altri”, sono esempi di aspetti cognitivi rigidi che si formano durante l’infanzia e che impediscono la costruzione di un senso di sé coeso e stabile.

La fragilità emotiva e le sue forme patologiche

Una forte fragilità emotiva e psicologica si può manifestare con una alterazione sul versante affettivo e l’instaurarsi di condizioni ansiose o depressive. In questi casi, la persona avverte tutta la propria insicurezza nel confronto con l’esterno e l’impatto può diventare insostenibile. Può sentirsi inadeguata, non degna, non meritevole. La posizione esistenziale tipica è: “Io non sono ok, gli altri sono ok”. Oppure può vivere un sentimento pervasivo e distruttivo di disperazione generalizzata e perdita di speranza, nella posizione “Io non sono ok, gli altri non sono ok”. Non di rado compaiono comportamenti autolesivi e suicidari.

Se invece vi è una negazione dei propri stati emotivi e delle proprie fragilità, il funzionamento può diventare in particolar modo impulsivo e proiettivo. La persona può perdere la capacità di gestire i propri pensieri, il proprio sentire e il proprio agire. E, non essendo in grado di riconoscere le parti di sé che ritiene indesiderate, tende a proiettarle all’esterno. La posizione esistenziale è del tipo “Io sono ok, gli altri non sono ok”. Il mondo può diventare un luogo pieno di insidie e suscitare vissuti persecutori con il prevalere di sentimenti di ostilità e comportamenti aggressivi e violenti.