Generazione Covid: il rapporto con la tecnologia

La Generazione Covid è fatta di bambini, ragazzi e giovani che vivono la quotidianità attraverso la tecnologia e si apprestano a costruire il loro futuro in questo tempo sospeso.

Questa fascia di popolazione vive da spettatore una situazione che non può controllare ma solo accettare passivamente. Così trova altri modi e strumenti per essere resiliente e ricreare quel contatto e quei riti tipici delle relazioni tra giovani e giovanissimi, attraverso la tecnologia.

La tecnologia è infatti il filo conduttore della vita al tempo del Covid: dall’educazione allo svago, dallo studio alla gestione dei rapporti interpersonali, ogni attività passa attraverso lo schermo. La giornata viene scandita in modalità digitale, secondo una tabella di marcia precisa.

La DAD
In un precedente articolo abbiamo trattato in maniera approfondita le implicazioni psico-sociali della DAD. A lungo andare questa modalità genera stanchezza e frustrazione, incidendo sul rendimento e sulla motivazione degli studenti. La scuola non è solo il luogo dell’istruzione ma un contenitore in cui si innescano processi sociali e si svolgono riti collettivi. Questo aspetto viene totalmente a mancare in modalità virtuale: i giovani non hanno modo di confrontarsi con il gruppo dei pari.
Inoltre alcuni aspetti pratici condizionano notevolmente l’esperienza della DAD. Non tutte le famiglie, ad esempio, dispongono della tecnologia adeguata per consentire una fruizione ottimale. Così come non tutti i docenti hanno dimestichezza con il digitale.

I Social
In una prima fase i social networks sono stati lo strumento ideale per raccontare la propria vita in maniera autentica, fare gruppo e sopperire all’assenza di relazioni nel mondo reale. Successivamente però c’è stata un’inversione di marcia. Non si pubblica più per comunicare con gli altri ma per mostrare se stessi. E, in un disperato tentativo di ristabilire una normalità, si dipinge una realtà patinata e un’ostentata felicità forzata.

L’Iperconnessione
In un momento storico in cui tutto è rimandato, i ragazzi hanno bisogno di strumenti immediati che forniscano gratificazioni tempestive. In questo modo si innesca una dipendenza dalla tecnologia che trascina con sé tutte le problematiche che ne derivano. Una di queste è la FOMO: una forma di dipendenza in cui l’individuo vive il terrore di essere “disconnesso”. Difatti, nello svolgimento della propria routine quotidiana, il giovane, disconnesso non lo è mai.

É comprensibile cercare di ristabilire un ordine e uno scopo nella propria vita. E se gli strumenti digitali possono essere d’aiuto è bene educare le nuove generazioni ad utilizzarle in modo proficuo e consapevole, rimanendo sempre fedeli alla propria autenticità.