Il paradosso del controllo sociale degli adolescenti

Parlando di controllo sociale (cioè di come la società cerca di bloccare i comportamenti che violano le norme), la teoria della comunicazione rileva che se la società usa molte risorse per combattere un comportamento deviante, in realtà rischia di renderlo più visibile e quindi più forte, invece di farlo sparire.
È come se, parlandone troppo, lo si rendesse importante, ottenendo l’effetto contrario a quello desiderato. Infatti, l’eccessiva attenzione mediatica lo rende importante, producendo l’effetto opposto a quello di contenimento.
Il valore psicologico della metacomunicazione
In termini di comunicazione, la trasgressione è un messaggio che parla della relazione stessa. Attraverso l’atto deviante l’adolescente potrebbe voler comunicare quanto di seguito riportato:
“Le vecchie definizioni e le regole che stabilivano il nostro rapporto (io bambino, voi adulti onnipotenti) sono scadute. Con questa mia azione, rivendico il potere di influenzare il sistema e di definire il mio nuovo spazio.
A fronte di questo “grido comunicativo”, la reazione sociale (sia essa la punizione della legge o il richiamo affettivo del genitore) non viene vissuta solo come una sanzione esterna. Per l’adolescente, è l’unica risposta concreta che conferma la sua esistenza. È la conferma che il messaggio, per quanto caotico e disfunzionale, è stato ricevuto.
In sintesi, l’atto deviante è il linguaggio ” CAOTICO” di un’identità che si sta plasmando,un tentativo di costringere il mondo a fermarsi e a notare il Sé che sta emergendo e si sta distinguendo.
Questa prospettiva possiede un elevato valore psicologico e clinico. Ci permette di interpretare le azioni devianti o le violazioni della norma non come fallimenti morali o ribellioni fini a sé stesse, ma come tentativi disfunzionali di comunicazione.
Quando un ragazzo viola la norma, sta gridando: “Il nostro vecchio contratto è scaduto! Rivendico il mio spazio nel sistema.”
Di fronte a questa forte dichiarazione di indipendenza, l’adulto non deve smantellare quell’esistenza con la condanna. L’adulto deve neutralizzare l’impatto distruttivo dell’azione spostando l’attenzione dalla superficie (“Hai sbagliato) al significato profondo (“Cosa stai cercando di dirmi con questo comportamento?”).
Neutralizzare significa ben interpretare.