IL RITARDO EMOTIVO

Quando si parla di ritardo emotivo? E’ un aspetto fondamentale? Quali ripercussioni a breve e lungo termine può avere un bambino che non impara ad esprimere le proprie emozioni?

COS’E’ IL RITARDO EMOTIVO?

Il ritardo emotivo è caratterizzato da mancanza di emozioni e dalla ridotta capacità o incapacità di provare emozioni empatiche. Spesso è sintomatico di una condizione mentale o fisiologica sottostante. Le persone che soffrono di ritardo emotivo generalmente hanno difficoltà a provare emozioni o ad esprimere le proprie emozioni. In alcuni casi, i pazienti non sviluppano completamente la capacità di notare e rispondere ai segnali sociali e possono avere difficoltà a interagire in un gruppo o in conversazioni individuali.

CONCOMITANZA CON ALTRI DISTURBI

Questo aspetto può essere concomitante con disturbi dell’apprendimento sociale, come l’autismo, che possono rendere difficile per alcuni pazienti fare amicizia o stabilire relazioni.  Il ritardo emotivo è generalmente un sintomo, piuttosto che un disturbo in sé e per sé.

POSSIBILI CAUSE

Oltre ai disturbi mentali ed emotivi, altre possibili cause di problemi di sviluppo emotivo includono traumi fisici o emotivi estremi. I pazienti che subiscono un evento traumatico, come un abuso sessuale, un grave incidente o una situazione pericolosa per la vita, possono sviluppare disturbi emotivi che possono presentarsi come ritardo emotivo. I pazienti con ritardo emotivo spesso hanno la capacità di condurre una vita piena, di successo e felice, anche se i sintomi persistono. I soggetti con disturbi emotivi e relazionali spesso nutrono scarsa autostima, assumono atteggiamenti oppositivi e di rifiuto, si sentono impotenti e spesso sperimentano ansia e rabbia.

UN TERMINE TECNICO:L’ALESSITIMIA

soggetti alessitimici hanno grandi difficoltà a individuare quali siano i motivi che li spingono a provare o esprimere le proprie emozioni. Al contempo non sono in grado d’interpretare le emozioni altrui.

Come intervenire

I disturbi emotivi e relazionali possono emergere nel contesto scolastico, a partire dalla scuola dell’infanzia, o comunque in ambienti di socializzazione extra familiari. L’occhio attento degli insegnanti può segnalare tempestivamente la problematica ai genitori che sono chiamati ad intervenire nel più breve tempo possibile soprattutto rivolgendosi a psicologi dell’età evolutiva.