La CAA come strumento nei disturbi dello spettro autistico

CAA: strumento compensativo nei disturbi dello spettro autistico
Autismo e CAA

La difficoltà ad utilizzare il linguaggio verbale, caratteristica dei Disturbi dello Spettro Autistico, costituisce un grave limite per l’integrazione sociale e scolastica. Una soluzione è rappresentata dalla Comunicazione Aumentativa e Alternativa, ovvero un sistema che utilizza scrittura, simboli, immagini, strumenti, dispositivi o gesti per “compensare” le difficoltà di comunicazione. L’uso di modalità visive di comunicazione dovrebbe essere centrale negli interventi per le persone con autismo in quanto lavora su un unico canale e favorisce gli apprendimenti.

Cosa si intende per CAA?

Nella comunicazione aumentativa e alternativa le modalità di comunicazione utilizzate sono tese non a sostituire ma ad accrescere la comunicazione naturale. Nella comunicazione alternativa i sistemi utilizzati (segni, immagini, disegni) costituiscono «un’alternativa» vera e propria al linguaggio verbale. Nello sviluppo tipico, il bambino apprende la natura della comunicazione già a 6 mesi di età quando hanno inizio le interazioni con la madre e il padre. Queste routine non comprendono ancora parole, ma un approccio in cui egli ottiene l’attenzione del genitore, attraverso vocalizzazioni, lallazioni o indicazioni.

Poiché l’interazione coinvolge eventi piacevoli per il piccolo, sono cioè dei “rinforzatori”, è probabile che il bambino ripeta il comportamento. Il bambino, dunque, apprende che le azioni che mette in atto producono un risultato desiderato attraverso la mediazione di un adulto. L’azione che il bambino attua è quindi “sotto il controllo” di stimoli ambientali.

Poiché i bambini con diagnosi di disturbo dello spettro autistico non apprendono a comunicare nelle situazioni naturali, è necessario costruire un ambiente di apprendimento nel quale si aumentino le probabilità di una comunicazione funzionale, utilizzando strumenti di supporto. I sistemi CAA si basano sull’utilizzo di strategie che “supportano” le persone con disabilità comunicative, affinché possano comunicare spontaneamente e in autonomia i propri bisogni; fare delle scelte; interagire con l’ambiente circostante in maniera appropriata e funzionale, riducendo, laddove si manifestano, i comportamenti problematici, l’aggressività e gli eccessi di rabbia.

Quali sono i sistemi di supporto a bambini con difficoltà comunicative?

I sistemi che supportano l’esigenza della persona con disabilità di comunicare attraverso dispositivi esterni vengono definiti come strumenti di compensazione e sono utili affinchè il bambino sviluppi un sistema comunicativo tale da permettergli di esser compreso non solo dalle figure significative. Un esempio è il sistema PECS (Picture Exchange Communication System), basato su un complesso di immagini; altro esempio è costituito dal LIAR un software che favorisce lo scambio di messaggi attraverso la selezione di una serie di pittogrammi con sintesi vocale in lingua italiana.

I soggetti con disturbo dello spettro autistico presentano spesso delle spiccate abilità di elaborazione visiva e per questo motivo la CAA può essere di valido aiuto, in quanto essa sfrutta stimoli che vengono elaborati più facilmente rispetto a quelli verbali. Un altro aspetto a favore di questo abbinamento riguarda l’ansia e l’interazione sociale stessa. Poiché i bambini non possiedono mezzi per interagire funzionalmente, sviluppano relazioni ansiogene. La CAA facilita lo sviluppo del bambino e il superamento di queste difficoltà dal momento che essa funge da interfaccia con il partner comunicativo riducendo il disagio che può derivare dall’interazione stessa.

Altri metodi di comunicazione

Tra i metodi di comunicazione aumentativa alternativa, vi è anche il linguaggio dei segni che permette di comunicare senza utilizzare la voce: non è un linguaggio mimico, ma possiede una grammatica e una sintassi con regole precise che possono variare da una lingua dei segni all’altra. Esistono infatti diverse lingue dei segni in base alla nazione in cui viene utilizzata. La lingua dei segni italiana (LIS), viene principalmente usata per le persone sordo-mute, ma può essere estesa ad altri disturbi che comportano difficoltà nella comunicazione. Tali difficoltà comunicative ostacolano un’adeguata interazione e conduce all’emissione di comportamenti disfunzionali a causa del sentimento di incomprensione che i bambini possono provare. Questo linguaggio sfrutta il canale visivo-gestuale, infatti mentre gli occhi ascoltano, le mani parlano.