La gestione del comportamento problema nel contesto scolastico

Spesso gli insegnanti richiedono interventi di professionisti ed autorità per far fronte a comportamenti “problema” che possono mettere in pericolo la sicurezza della classe. Cosa sono i comportamenti problema e come affrontarli?

Le forme del comportamento problema

Per comportamento problema si intende un atteggiamento che può essere rischioso per il soggetto e per gli altri (nello specifico per i compagni), per l’ambiente, che può ostacolare l’apprendimento e le relazioni sociali. Tali comportamenti possono comprendere: gesti inappropriati verso compagni, insegnanti e genitori, aggressività verbale, atteggiamenti oppositivi, comportamenti socialmente inadeguati.

I comportamenti problema assumono, talvolta, forme svariate. Ma quando un comportamento può considerarsi problematico?

Spesso i CP si manifestano con:

  • prepotenza auto ed eterodiretta;
  • autostimolazioni;
  • proteste verbali e atteggiamenti di sfida;
  • non collaborazione;
  • un’intersecazione o un impedimento all’alunno nell’ apprendere nuove abilità e nel potenziare quelle acquisite;
  • un’interferenza o un impedimento nel processo di apprendimento di altri bambini
  • distruzione di oggetti;
  • fuga;
  • urla;
  • rinuncia alle regole.

Quando viene osservato il comportamento problema?

Solitamente un comportamento problematico viene spesso osservato dall’insegnante nel momento in cui l’alunno:

  • deve fare un’attività gradita che al momento non può compiere o cambiamento da un’attività gradita ad un compito;
  • deve svuotare la tensione emotiva;
  • vuole raggiungere qualche cosa a cui non ha accesso;
  • quando si ha una dilazione nella consegna di ciò che desidera;
  • sente uno o più bisogni per il quale non riesce ad esprimere la richiesta o a cui non ha ricevuto risposta;
  • vuole richiamare l’attenzione degli altri;
  • vuole evitare dei compiti, dei luoghi e delle situazioni particolari.

cosa va rinforzato?

il comportamento problema messo in atto:

  • ha un intento comunicativo;
  • si relaziona agli eventi che lo precedono e lo seguono e non si manifesta casualmente;
  • svolge una sua funzione specifica;
  • un solo comportamento problema può avere composte funzioni.

Cosa osservare nei comportamenti problema

Spesso, i comportamenti-problema sono modificabili, soprattutto in età evolutiva. E’ possibile ridurre l’intensità e la frequenza delle crisi e ,a volte, queste si possono estinguere.

Un comportamento non può essere capito se è considerato solamente e semplicemente fine a se stesso. La comprensione necessita di una messa in relazione con il contesto e con le conclusioni che lo consolidano, gli antecedenti o eventi ambientali che lo determinano. Tali indicazioni si ottengono con l’osservazione organizzata che ha lo scopo di individuare ciò che il bambino fa, e non solo questo, contemporaneamente anche quante volte lo fa e in quali contesti opera in tale maniera e modalità. Essa rappresenta, per ciascun insegnante il punto di avvio per qualunque provvedimento volto a cambiare una condotta e/o ad anticipare e perciò smorzare possibili atteggiamenti anche, talvolta, molto pericolosi.

Quali comportamenti alternativi socialmente appropriati, insegnare?

Potranno essere insegnati comportamenti alternativi socialmente appropriati; a tale scopo si possono utilizzare:

il TRAINING per le abilità sociali facendo ricorso al modellamento, al prompting, al role-playing.

Tali tecniche hanno lo scopo di insegnare come interagire con gli agli altri e come comportarsi adeguatamente nei diversi contesti di vita. Per far sviluppare abilità comunicative idonee è essenziale individuare il sistema comunicativo con il quale il soggetto si esprime meglio.

Le tecniche che favoriranno l’apprendimento di nuove abilità: il rinforzo ed i contratti educativi

Il rinforzo può dare una mano anche nella ridefinizione di un’immagine positiva di sé.

Quando il comportamento problema diviene molto difficile da gestire, l’insegnate può ricorrere al “blocco fisico” (solo quando lo studente mette a repentaglio la propria e altrui salute o incolumità) al Time-out (il bambino viene condotto fuori dalla classe o espulso dal gioco, al “Time out senza isolamento”, in questo caso il soggetto resterà in aula ma sarà separato dai compagni per certo tempo).In genere il ricorso a “contratti educativi, stipulati tra insegnante e studente, può essere efficace per configurare una relazione basata sulla fiducia ma anche sul rispetto reciproco e delle regole condivise e accettate dalla comunità scolastica.

L’intervento psicoeducativo relativo alla riduzione o estinzione di comportamenti problematici

L’intervento psicoeducativo relativo alla riduzione o estinzione di comportamenti problematici richiede un trattamento educativo multifocale che comprende la famiglia, il soggetto e la scuola. In famiglia molto importante è l’attenzione al bambino, al ragazzo soprattutto quando vengono messi in atto comportamenti adattivi, evitando ti dare eccessiva importanza a quegli atteggiamenti che non si vuole vengano invece proposti. Una seconda regola è quella della coerenza educativa tra i diversi attori coinvolti nell’itinerario educativo. Le regola da far apprendere devono essere semplici, chiare, sintetiche, molto precise, inequivocabili e soprattutto largamente condivise e discusse.

Conclusioni

I CP possono quindi essere gestiti. Fondamentale è essere formati in maniera adeguata e rivolgersi a professionisti del settore.