L’ansia: quando diventa un ostacolo che limita le azioni

Cosa si può fare quando si soffre di un disturbo d’ansia? La mindfulness può essere di aiuto? Cerchiamo di scoprirlo in questo articolo.

ansia

Nel mio studio incontro Sandra. Non riesce a studiare, nè a lavorare, nè ad uscire. Quando provo a capire cosa succede in quei casi, la sua risposta è: “non so cosa succede o perchè, ma sto male!”. Approfondendo la situazione, capiamo che Sandra ha sviluppato un disturbo d’ansia.

Quando solitamente si sente parlare di ciò, la prima reazione è l’ansia stessa! “E’ brutta, fa paura, non la voglio!”. Essa, infatti, si manifesta attraverso sensazioni di timore e apprensione, che possono essere correlate da tremori, sudorazione, palpitazioni. Tuttavia, ansia e paura sono emozioni che da sempre fanno parte della storia dell’uomo. Quando è talmente forte da interferire con il funzionamento generale dell’individuo, allora diventa disfunzionale e può trasformarsi in un “disturbo”. Come nel caso di Sandra.

Come abbiamo agito con Sandra allora?

  • Sicuramente spiegare il meccanismo che avvia il circolo vizioso dell’ansia può essere di aiuto, ma non basta. E’ infatti una reazione automatica che si crea dinanzi a contesti percepiti come pericolosi.
  • Lavorare sulle strategie di evitamento che l’individuo adotta. Se aprire il libro per studiare mi crea ansia, evitare l’ansia (e quindi di aprire il libro) diventa la mia azione abituale. Ciò vuol dire che non studierò più, rimarrò indietro con gli esami e questo innescherà molti sensi di colpa e pensieri di non essere in grado. Esponendo, in caso contrario, il soggetto, alle situazioni che creano più agitazione, gli si farà sperimentare che è possibile “stare con l’ansia” e, nonostante essa, mettere in atto azioni che hanno valore.

Perchè la mindfulness può essere di aiuto?

La mindfulness può essere molto utile nei casi di ansia patologica poichè, durante la pratica, si riesce a ridurre l’attività del sistema nervoso simpatico che è alla base dei meccanismi di ansia. Con essa, inoltre, si possono affinare le abilità di osservazione di ciò che accade dentro e fuori di sè, aumentando la propria consapevolezza. Sandra, con tanto esercizio, è riuscita a riconoscere i pensieri come tali e a non farsi agganciare da essi, notando se stessa come “soggetto osservante”, nonchè a portare l’attenzione sul momento presente, senza focalizzarsi sui sintomi dell’ansia e sul circolo vizioso che solitamente si innescava con essi.