Costruire il vero se’ attraverso il gioco

In questo articolo rifletteremo insieme sull’importanza di costruire il vero sé- autentico e riconoscere i segnali  del falso sé.

Nella pratica clinica frequentemente incontro bambini che non si sentono “liberi” di esprimere il proprio pensiero, e nella relazione con l’altro appaiono inibiti. Piuttosto cercano di “accontentare l’altro”, di assecondarlo. Questi bambini sono accomunati da una tristezza velata negli occhi.

cosa accade durante il gioco?

Durante il gioco, il bambino deve poter coltivare l’illusione della creazione dell’oggetto esterno. Per far questo è necessario che la madre mostri fin da subito nei suoi confronti una capacità di contenimento empatico (holding). Ciò permetterà la piena espressione della sua essenza e consentirà l’illusione della sua creazione.

Una volta poste queste premesse, per il bambino sarà più semplice rinunciare all’idea di aver creato da sè il mondo esterno. Si adatterà così alle reali esigenze da esso poste.

Qualora una madre è stata “sufficientemente buona” e non ha anteposto i propri bisogni a quelli della sua creatura, ciò non dovrebbe verificarsi.

In caso contrario  l’attuazione della vera indipendenza è fortemente compromessa. Il bambino infatti avvertirà le richieste tacite di chi si prende cura di lui e  si adegua.

In tal caso egli sacrificherà le parti di sè più libere per soddisfare le aspettative di chi ama e di riceverne in cambio amore.

quali ripercussioni nel tempo?

Nel tempo, il bambino imparerà a mettere da parte i propri bisogni, a non riconoscerli, a con-fondersi coi bisogni più radicati dei suoi caregiver.

Negherà l’esistenza di parti più profonde di sé, di quello che sente, di quello che desidera.

Ciò avrà ripercussioni anche nella sfera emotiva e affettiva. Egli impedirà a se stesso di sperimentarsi in modo libero e autentico,  rinuncerà all’intera gamma della sua affettività.

Metterà da parte il suo desiderio di giocare a nascondino se sa che il caregiver preferisce i soldatini. Da grande semmai preferirà una professione classica ad una scientifica sempre per assecondare bisogni, desideri, fantasie altrui.

Il Sè che prende vita è il cosiddetto falso sé alla cui base c’è uno scarso contenimento genitoriale, specie di quello materno.

Il bambino imparerà a rispondere alle richieste ambientali in modo “ costruito” a costo di perdere il sentimento di realtà.

Egli non si percepisce né si sente “reale”. Qualora il sentimento di realtà tendi a prevalere può accadere che la persona tenti di liberarsi del proprio Falso Sè , soprattutto per rispondere a standard di desiderabilità  sociale.

cosa può accadere?

A questo punto maggiore sarà lo spazio occupato dal Falso Sè nell’intera personalità, altrettanta sarà l’incombente minaccia di annientamento a cui è esposto quello Vero.

Qualora questa sensazione diventi preminente nella vita di una persona, si aprono le porte per una stanza di terapia. Ciò al fine di ricercare la propria autenticità.

Fondamentale diventa riconoscere il bambino come altro da sé, accettarlo per quello che è. Diventa inoltre importante promuovere  la libertà di pensiero e strutturare giochi di ruolo al fine di sperimentare la diversità.