L’impatto psicologico della guerra sui bambini

L’esposizione al conflitto, in maniera diretta o mediante canali di comunicazione , può generare traumi o problemi di vario tipo nei bambini. Vediamo come prevenire qualche effetto psicologico secondario.

 L’impatto psicologico della guerra è particolarmente evidente su soggetti altamente vulnerabili e immaturi come i bambini.Gli eventi altamente stressanti correlati al fenomeno della guerra, che possono coinvolgere direttamente un bambino o un giovane, sono:

  • esposizione diretta a minacce per la sopravvivenza sua e di altri;
  • esportazione in un altro paese;
  • maltrattamenti o torture suoi o di altri;
  • abbandono o perdita di figure significative;
  • distruzione o perdita della propria abitazione o propri averi;
  • perdita della libertà di istruzione e/o di culto religioso.

Inoltre, quando si parla di bambini, si deve anche considerare il rischio di traumatizzazione secondaria. Il bambino o il ragazzo, infatti, subisce anche tutto l’impatto di vedere un genitore o una figura di riferimento traumatizzata.

Il trauma nell’infanzia

Il trauma in infanzia può essere descritto come l’impatto mentale e psicologico di un evento esterno e improvviso o di una serie di eventi altamente stressanti che provocano una sensazione di impotenza nel bambino e che determinano una rottura delle abituali capacità di strategie da lui messe in atto. Qualsiasi esperienza in cui il bambino sperimenta terrore, oppressione, dolore, o emozioni intense insieme ad una sensazione di impotenza, rappresenta un trauma infantile..Uno o più eventi traumatici precoci possono andare ad impattare in modo massiccio sulla probabilità di sviluppare sintomi o disturbi, non solo nell’immediato, ma anche in seguito, durante l’adolescenza o l’età adulta.

Le reazioni di un bambino esposto ad un evento o una serie di eventi altamente stressanti, sono diverse, a seconda della loro età evolutiva e dell’importanza emotiva dell’evento.

I bambini in genere hanno difficoltà a verbalizzare le loro emozioni ed i vissuti si manifestano spesso attraverso il comportamento non verbale.

Nei bambini le reazioni ad esperienze traumatiche spesso includono sogni e difficoltà nell’addormentamento.

Nei bambini più piccoli frequente emergono emergono timori abbandonici ma anche altre paure ad esempio quella del buio. Mentre nei bambini più grandi più spesso si rilevano difficoltà di concentrazione ed ipervigilanza.

Ci possono inoltre essere manifestazioni psicosomatiche come il mal di testa, mal di stomaco, dolori muscolari ed enuresi notturne.

Le difficoltà sul piano affettivo comprendono: depressione, pianto inconsolabile oppure al contrario distacco affettivo con comportamenti di isolamento, evitamento e ritiro sociale.

Altre reazioni tipiche al trauma in età evolutiva includono alterazioni all’immagine di sé e dell’interpretazione di segnali sociali, cambiamenti nelle abitudini alimentari o nei ritmi sonno/veglia alterati e comportamenti aggressivi o irritabilità immotivata (Wiese & Burhorst, 2004, 2007).

I traumi legati alla guerra

Nel caso particolare in cui l’evento traumatico sia un conflitto o una guerra, i bambini possono aver sperimentato la perdita dei genitori ed altre figure significative. Si possono anche manifestare vissuti tipici della sindrome del sopravvissuto, quando i bambini sopravvivono al conflitto mentre amici e familiari ne sono rimasti vittime. Sviluppano sensi di colpa e sentimenti di profonda indegnità o pensieri di non meritare di essere felici.

Cosa può fare un genitore per tutelare l’impatto emotivo della guerra sui bambini?

  • Valutate il peso che la guerra ha sull’emotività dei bambini.
  • Date sempre una spiegazione al bambino.
  • Considerate l’importanza della speranza.