Mi trasmetti ansia: storie di ansia che si trasmette da genitore a figlio

Il genitore spesso si sente responsabile di trasmettere ansia ai figli. Come riconoscere questo meccanismo?come intervenire?lo scopriremo attraverso la lettura dell’articolo.

Per un bambino o un adolescente vedere il proprio genitore in ansia, può essere deleterio. I figli hanno la propensione naturale a guardare ai genitori per prendere esempio e spunto nelle situazioni che si trovano ad affrontare.

Se un genitore manifesta continuamente ansia e paura nelle situazioni comuni di vita, il bambino avrà una visione del mondo instabile e incerta. Si è osservato che i figli di genitori ansiosi hanno maggiori probabilità di sviluppare disagi d’ansia.

È doloroso, per un genitore, pensare di essere il veicolo di trasmissione dello stress al proprio figlio, ma non bisogna lasciarsi sopraffare dal senso di colpa.

Cosa fare?

Affidarsi a un professionista può aiutare genitori e figli a lavorare per gestire e tollerare lo stress.

Il genitore acquisisce le tecniche terapeutiche per imparare a gestire lo stress e le trasmette al figlio per aiutarlo ad affrontare le situazioni di incertezza.

I genitori devono cercare di mantenersi neutrali e calmi, bisogna tenere sotto controllo le espressioni facciali, devono essere consci delle parole usate perché i bambini assorbono e leggono le situazioni, i comportamenti e le persone. Se una situazione d’ansia è sfuggita al controllo del genitore, bisogna spiegare ai figli perché si è reagito in quel modo. Parlare di ansia dà ai bambini e ai ragazzi la possibilità di provarla. Se un genitore sente di dover proteggere il figlio dalla propria tristezza,dalla propria rabbia o dall’ansia, sembrerà che non sia concesso provare questi sentimenti, esprimerli e gestirli. Proteggendoli si dà loro l’indicazione che non c’è modo di gestire le emozioni negative.

Meglio prevenire che curare l‘ansia

Fare prevenzione con i bambini, affinché l’ansia dei genitori non li contagi, è importante.

Diversi fattori concorrono a innescare i disturbi d’ansia. Ad esempio il temperamento innato ed i fattori ambientali. Maggiori sono le esperienze negative che un bambino vive, maggiore è la probabilità che abbia a che fare con problemi di ansia da adulto. I genitori sono il modello di riferimento per i figli e il loro modo di fare e di reagire alle situazioni può aumentare i livelli di ansia nei figli.

Diventa quindi importante insegnare alle famiglie a individuare i segnali di paure immotivate e di ansia eccessiva e cosa fare per spegnerli.

Un modo per ridurre l’ansia è il confronto con la realtà: imparare a riconoscere quella paura sana che ci mette in allerta in caso di pericolo e, al contrario, quei timori esagerati che rischiano di prendere il sopravvento condizionando i nostri comportamenti. Se per esempio un bambino ha paura dei gatti e diventa ansioso quando ne vede uno per strada, può provare a contenere tale paura, che lo trattiene dal continuare a camminare, imparando a esaminare e valutare la situazione per quella che effettivamente è.

Ma come mai avviene questo?

Spesso un genitore può sentire che sta capitando qualcosa nella vita di suo figlio che gli riporta alla mente qualcosa di difficile da sopportare perché per lui non è sufficientemente elaborato.

Sente di ritrovarsi davanti ad una faccenda che non è risolta.

Pertanto per evitare di trasmettere ansia ai propri figli è importante fare pace con la propria storia e con le proprie paure.