Voyeur social: una generazione di guardoni

voyeur

Renato Zero in un successo del 1989 cantava “Siamo tutti voyeur”, anticipando così gli atteggiamenti della generazione digitale, figlia dello sviluppo della rete internet.

Nell’era della globalizzazione e della realtà virtuale, le ore trascorse online sembrano essere comunque poche, rispetto alla potenzialità dell’offerta della rete stessa.

Questo atteggiamento ci ha portato ad usare internet per facilitare le nostre ricerche e la socializzazione.

D’altro canto, però, abbiamo tutti la necessità di avere profili social per comunicare in tempo reale con i nostri amici, e non solo.

Uno dei fenomeni molto diffuso tra gli internauti è l’oversharing. Rappresenta coloro che hanno un bisogno interiore di pubblicare qualunque cosa sui social per ricevere una gratificazione virtuale.

Il rovescio della medaglia è che se c’è qualcuno che pubblica un post, ci sono tante persone che lo guardano.

Il voyeur social, infatti, è la condizione in cui un individuo trascorre il proprio tempo, a volte non solo quello libero, a guardare le pubblicazioni degli altri.

Dal punto di vista psicopatologico, il voyeurismo è un disturbo della sfera sessuale, che spinge l’individuo a spiare l’intimità degli altri, in tutte le sue forme.

Spostando il concetto alla vita quotidiana, tutti noi, da quando ci svegliamo, fino al momento di riaddormentarci, siamo soliti dare una sbirciata ai social.

Guardiamo chi ha pubblicato post o storie, spinti da una tale curiosità, che si esaurisce solo dopo aver spulciato per bene tutte le novità che ci erano sfuggite.

Così, andiamo a vedere cosa indossa quell’influncer di moda, cosa ha cucinato lo chef, o ancora cosa ha comprato di bello e irrinunciabile il nostro beneamino.

Questo tipo di atteggiamento ci porta ad essere sempre connessi e non riuscire a staccare la spina e incuriosirci del mondo che ci circonda realmente.

Siamo diventati una sorta di Grande Fratello di Orwell al contrario, in cui ci esponiamo volontariamente agli altri, entusiasti di arrivare sugli smartphone di tutti.